martedì 30 marzo 2004

Esplosione al McDonald's di Brescia: doveva essere una strage


Come molti di noi pensavano, e come il Griso aveva esplicitato in un suo post di ieri, quello del marocchino che aveva scelto di togliersi la vita a due passi da un McDonald's domenica sera a Brescia non era un "normale" suicidio:
Aveva inviato una lettera alla Questura di Brescia il giorno prima del suo gesto volontario, il marocchino 35enne Mostafa Chaouki che si è dato alle fiamme sopra la sua Tempra con 4 bombole del gas da cucina la sera di domenica a pochi metri dal McDonald's di via Genova a Brescia.



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Nella lettera giunta questa mattina in Questura il marocchino dice di non aver fatto parte di nessuna organizzazione ma di aver dentro di sé una forte rabbia per le guerre contro l'Iraq.



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L'esplosione di Brescia era uno degli scenari possibili e temuti dall'intelligence nazionale. Nell'ambito dell'attivismo radicale di matrice islamica che si registra in Italia, specie da parte di formazioni di ispirazione salafita, l'ultima relazione dei servizi segreti al Parlamento segnalava i "rischi per attivazioni di tipo emulativo da parte di ambienti minori o singoli". L'allarme era suonato lo scorso 11 dicembre, quando un cittadino giordano si era fatto esplodere con la sua auto davanti alla sinagoga di Modena. Anche in quel caso non si trattava di un elemento legato ad una cellula islamica radicale, ma di un cosiddetto "cane sciolto", con un passato di problemi psichici gravi, che avrebbe scelto, secondo gli inquirenti, di imitare i kamikaze che si fanno esplodere contro gli obiettivi individuati come nemici. Un pericolo, quello dei "kamikaze per emulazione", ben presente anche al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, che nello scorso novembre aveva avvertito che "singoli individui o piccoli gruppi potrebbero attivarsi e colpire direttamente sul territorio nazionale"
Va aggiunto che, come segnalato più volte da Magdi Allam sul Corriere e da altri commentatori, molte moschee italiane sono ormai una sorta di riserva di caccia degli integralisti, che portano avanti la loro predicazione violentemente anti-occidentale, incitano a sostenere la lotta contro i crociati infedeli e a volte svolgono un'opera di vero e proprio proselitismo a favore dei gruppi terroristici islamo-fascisti - al punto che, secondo prove inoppugnabili, alcuni dei "martiri" che sono andati a farsi esplodere in Irak sono partiti proprio dall'Italia, dopo adeguato indottrinamento: una situazione che sta diventando di giorno in giorno sempre più intollerabile e pericolosa.



Fonte: Corriere della Sera.



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