lunedì 29 dicembre 2003

[Tech] Si', la ricreazione e' proprio finita


Ci ha pensato il Governo italiano a far suonare la campanella, come a scuola: il 23 dicembre ha varato un decreto legge (a firma del ministro della Giustizia, Castelli, e del ministro dell'Innovazione, Stanca) che mette a rischio come mai prima d'ora in Italia il diritto alla privacy e la libertà di comunicazione di ognuno di noi.



Il decreto pre-natalizio prevede per gli operatori di telefonia e gli Internet provider l'obbligo di conservare tutti i dati di traffico dei propri utenti per un periodo di cinque anni.



Per tutti i dati si intendono cose come chi telefona a chi, quando e per quanto tempo; chi invia una e-mail a chi e quando, etc.



L'autorità giudiziaria potrà richiedere questi dati agli operatori per generici motivi di sicurezza e/o di lotta al terrorismo.



Pare che il decreto non riguardi anche i contenuti delle e-mail e delle telefonate, ma anche così il provvedimento confligge gravemente col diritto alla privacy e alla riservatezza delle comunicazioni: i dati relativi ai "contatti" previsti nel decreto, infatti, sono già più che sufficienti per tracciare una mappatura della cerchia di conoscenze di ognuno di noi: a chi telefoniamo o inviamo posta elettronica, con quale frequenza, etc.



Sorge inoltre una domanda: se il provvedimento serve a meglio combattere il terrorismo, che senso ha escludere dall'obbligo di registrazione proprio i contenuti delle telefonate e delle e-mail? Mi pare evidente che una simile esclusione (decisamente poco credibile) renderebbe questo decreto sostanzialmente inutile e inefficace - quindi, qui gatta ci cova.



Anche il Garante della privacy ha espresso immediatamente fortissime perplessità su questo decreto legge: nel corso di una seduta collegiale svoltasi subito dopo il varo del provvedimento ha emesso una nota in cui sottolinea come questo possa entrare in rotta di collisione col dettato costituzionale che protegge la sicurezza e la libertà delle comunicazioni.



A questo va aggiunto il fatto che il decreto è un incubo anche dal punto di vista strettamente tecnico: ve l'immaginate la quantità sterminata di telefonate, SMS, MMS, e-mail da archiviare?



Solo in questi giorni a cavallo del Natale pare che i soli SMS siano stati quasi 600 milioni, e le e-mail "natalizie" parecchie decine di milioni: vogliamo provare a fare una proiezione su cinque anni? Per archiviare tutto non basterebbero intere server farm...



Fra le prime prese di posizione segnalo quelle di ALCEI e di Quinto Stato, che ha organizzato una, secondo me inefficace e dispersiva, raccolta firme in calce a una petizione elettronica da presentare al Governo (ho già visto l'effetto - zero via zero - che ha avuto l'analoga raccolta di firme "digitali" contro la nuova legge sull'editoria, e mi è bastato: meglio pensare a una mobilitazione magari più tradizionale ma certamente più incisiva, condotta nel vecchio caro "mondo reale").



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.