venerdì 19 dicembre 2003

Gli esperti europei sulla legge italiana sulla fecondazione assistita


Dal Riformista:
"Generalmente non commentiamo le decisioni dei singoli stati, ma questa volta ci siamo sentiti in dovere di reagire". Arne Sunde, chairman della European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre), spiega così la presa di posizione della sua organizzazione nei confronti della legge italiana sulla fecondazione assistita. Parla dalla città di Trondheim in Norvegia, ma rappresenta 4.500 esperti europei di fecondazione assistita e il suo tono non lascia nulla all'interpretazione: le norme approvate dal Senato sono "immorali, riprovevoli e costituiscono un potenziale disastro per le donne".



(...)



L'Eshre punta il dito sul fatto che la legge, vietando la crioconservazione degli embrioni e consentendo quella dei gameti, rischia di imporre alle coppie sterili una procedura che è ancora allo stadio sperimentale.



(...)



La tecnica è ancora inefficiente e gli stessi ricercatori bolognesi sottolineano che il tasso di sopravvivenza degli ovuli dopo il congelamento è basso, intorno al 45%. Partendo da cento ovociti congelati si impiantano solo due embrioni, congelando gli embrioni in confronto il tasso di impianto supera il 5% (per l'Eshre arriva al 15%). E poi non esistono ancora elementi sufficienti per stabilire se i rischi sono accettabili: dal primo caso nel 1996 ad oggi in tutto il mondo sono nati soltanto cento bambini, troppo pochi per arrivare a conclusioni definitive in termini di sicurezza. Del resto la sperimentazione avviata nel giugno del 2003 dal ministero della sanità doveva servire a questo: migliorare i protocolli e mettere insieme una casistica abbastanza estesa da consentire un bilancio dei pro e dei contro. L'obiettivo era quello di reclutare mille coppie ma Andrea Borini, che da Bologna coordina la sperimentazione italiana, ammette che finora solo ottanta coppie hanno scelto di partecipare. Capire il perché non è difficile: solo chi ha particolari convinzioni di tipo etico o religioso può scegliere un sentiero ancora disseminato di incognite quando esiste una strada ben più sicura da percorrere. "Anch'io preferirei congelare embrioni - taglia corto Flamigni - il problema è che questa legge lo vieta".

Oltre le Alpi, però, si verifica l'esatto contrario: o la tecnica non viene adottata perché non è competitiva oppure è espressamente vietata. "La Norvegia ad esempio ha deciso di mettere fuori legge la crioconservazione degli ovociti perché in teoria potrebbe causare delle anomalie cromosomiche" spiega Sunde.



(...)



Insomma non sappiamo ancora se questo approccio porterà a tassi di anomalie cromosomiche e malformazioni maggiori o uguali delle tecniche di fecondazione convenzionali che utilizzano ovociti freschi. "In casi del genere la strada appropriata è quella di testare la procedura all'interno di sperimentazioni cliniche controllate. Per quanto ne so questa è la prima volta che un governo introduce attraverso una legge una procedura clinica che è scarsamente testata, ha una bassa efficacia e comporta tassi di rischio non noti, mentre al tempo stesso si vieta una procedura affermata, efficiente e di documentata sicurezza" afferma Sunde. Si tratta di un brutto precedente. Certo non potrà fare scuola in posti come la Gran Bretagna o il nord Europa, che vantano una solida tradizione di policies science-based, ma l'Eshre è decisa a prenderlo sul serio comunque: "In diversi paesi europei si registra un'attività crescente della chiesa, sia cattolica che protestante, la cui influenza non andrebbe mai sottovalutata".
Okay, quando partiamo col referendum?



Fonte: Il Riformista.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.