giovedì 29 luglio 2004

Lasciate annegare, erano islamiche


Dal quotidiano cartaceo "Leggo" di stamane:
ANKARA - "Affoghiamo, salvateci". Così hanno gridato le cinque ragazze sedicenni di Izmir, una cittadina dell'Egeo, ai loro maestri di Corano prima di morire.

Le giovani sono tutte annegate, perché gli imam integralisti hanno impedito ad alcuni passanti di salvarle.

"Allah non vuole che uomini estranei tocchino una donna", questa la legge islamica alla base del mancato soccorso.
Mentre accadono queste cose - e cose ancora peggiori - ci sono persone (una fra tutte: la solita collaborazionista d'Egitto) che dipingono quadretti idilliaci della condizione della donna nel mondo islamico:
In un paese islamico, io godo di tutti i vantaggi dell'essere una donna e vengo sollevata da tutte le fatiche.

E' l'ultima frontiera di una donna occidentale stanca di guerre, un paese islamico.

E sai quanto ci giochiamo, con questa cosa, tutte quante?

Al minimo problema, una dice all'altra: "Va' e fa' la faccia da donna." E tu vai, sbatti tutte le ciglia che hai, fai la faccia di quella che ha bisogno d'aiuto e, ma guarda che è pazzesco, non resistono.

Non so cosa abbiano gli arabi nel DNA ("gli arabi nel DNA"? nel senso, cioè, della "razza" araba? e poi i razzisti sarebbero gli americani, NdR), ma con uno "Ngué" femminile li smonti a pezzetti piccoli e quello che, un attimo prima, era impossibile, un attimo dopo è lì.
Chissà, forse le cinque povere ragazze di Izmir non hanno sbattuto le ciglia e non hanno fatto "Ngué" in maniera sufficientemente femminile.



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