mercoledì 28 luglio 2004

Dov'e' finita la sinistra?


Prima delle elezioni la sinistra italiana e i "centristi" della Margherita parevano avere a cuore una sola cosa: la sorte del disgraziato popolo iracheno, oppresso dagli "invasori" occidentali (fra cui, orrore, anche gli italiani).



Non passava giorno senza che i nostri eroi invocassero (esigessero) il ritiro delle truppe occidentali in generale e italiane in particolare, un passaggio di sovranità al popolo iracheno, un maggiore coinvolgimento dell'ONU nel processo di pacificazione e ricostruzione, e il tutto in nome del popolo iracheno.



Ora, passate le elezioni e fatto il pieno (?) dei voti pacifisti, sembra valere il vecchio detto "passata la festa, gabbato lo santo": non più un sussurro, non più un lamento, un consiglio, un invito al governo, niente - insomma, passata l'opportunità di sfruttare il dramma iracheno per puri, bassi fini elettorali, l'Irak e gli iracheni per la sinistra pacifi(n)ta hanno letteralmente cessato di esistere. Neanche Lilli Gruber perde più tempo a parlare della "resistenza" irachena e delle sue eroiche imprese contro gli okkupanti infedeli.



L'ultima impresa dei "resistenti" tanto cari a Dietlinde Gruber, detta Lilli, risale a poche ore fa: un mezzo imbottito di esplosivo e guidato da un terrorista suicida ha fatto strage fra gli uomini in attesa di arruolarsi nella ri-nata polizia irachena e le persone di un vicino mercato.



Il bilancio, forse ancora provvisorio, è di 68 morti e 50 feriti.



Questo è solo l'ultimo episodio, in ordine di tempo, di una serie impressionante di attentati che ha colpito l'Irak da quando la Coalizione ha completato il passaggio dei poteri al nuovo Governo provvisorio iracheno del premier Allawi.



In queste ultime settimane, con un Governo iracheno (e non più della Coalizione) legittimamente in carica (il primo governo iracheno non dittatoriale da 30 anni a questa parte), con l'appoggio e l'avallo dell'ONU invocato per mesi e mesi diventato un fatto concreto (per meglio dire, ancora più concreto: in realtà c'erano anche prima - vedi la "vecchia" risoluzione 1511 dell'ottobre scorso), uno si sarebbe aspettato un caloroso sostegno del centrosinistra italiano al nuovo corso iracheno, e una condanna netta e puntuale delle azioni tese a destabilizzare il Paese (azioni che, fra l'altro, hanno come effetto quello di rimandare sempre più in là nel tempo il definitivo ritiro delle truppe della Coalizione dall'Irak): pare invece che adesso (ripeto: guarda caso, a elezioni passate) ai vari Fassino, Rutelli, Salvi, Violante, Pecoraro Scanio, Occhetto, Di Pietro, Bertinotti e compagnia cantante degli iracheni e del loro destino non gliene possa fregà de meno.



Forse sarò un vecchio cinico bastardo, ma non ne sono sorpreso neanche un po': e voi?



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