domenica 11 luglio 2004

L'ONU emette la condanna - le brigate di Arafat eseguono la sentenza


Questa mattina una bomba imbottita di chiodi, bulloni e altri frammenti metallici è esplosa in prossimità di una fermata d'autobus a Tel Aviv.



Una soldatessa israeliana di 19 anni è rimasta uccisa nell'esplosione; i feriti sono 34, di cui tre in gravi condizioni; fra questi, una donna incinta.



Le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, braccio operativo dell'organizzazione guidata da Arafat, hanno rivendicato l'attentato.



Si tratta del primo attentato riuscito nel giro di alcuni mesi; il premier israeliano Sharon ha commentato che si tratta del primo attentato compiuto dai terroristi palestinesi con l'implicito avallo della corte di giustizia dell'Aja, ovvero dell'ONU:
This morning's murder is the first murder under the auspices of the International Court of Justice's ruling (fonte: Jerusalem Post)
Concordo pienamente: ancora una volta l'ONU (e l'Europa: o forse dovremmo iniziare a chiamarla Eurabia?) hanno mostrato chiaramente di stare più dalla parte dei terroristi palestinesi che da quella dell'unica vera democrazia presente in Medio Oriente - che poi Kofi Annan, stamane, abbia dichiarato che "Israele deve smantellare il muro (per l'ennesima volta: non si tratta di un muro ma di una barriera difensiva: il muro in cemento armato mostrato, con evidente malafede, dalle televisioni copre appena il 3% del tracciato della barriera) in ossequio al verdetto dell'Aja" non fa che aggiungere vergogna alla vergogna.



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