domenica 5 settembre 2004

Ossezia: bambine violentate, bimbi uccisi per un succo di frutta


Dal Corriere della Sera:
MOSCA - Secondo i primi accertamenti medici, nella scuola di Beslan alcuni ostaggi sarebbero stati anche violentati prima di essere uccisi. Un patologo ha effettuato gli esami su cinque cadaveri di bambine che presentavano segni di violenza carnale. Le autorita' non hanno per ora confermato.
Come i nazisti, sessanta anni fa, sulle bambine ebree destinate ai forni crematori: l'unica differenza è che questi parlano arabo, e anziché occupare la Francia (per ora) la "ringraziano per la sua amicizia" - vedi dichiarazioni e comunicati di Hamas, Jihad Islamica, Al Sadr, Hezbollah, Fronte d'azione Islamico, Ansar al Sunna, come dire il fronte islamo-nazista praticamente al completo, sul rapimento dei due giornalisti francesi.



A conferma della notizia apparsa sul Corriere si aggiunge la terribile testimonianza raccolta da Giampaolo Visetti di Repubblica:
"Non uccideteci, siamo bimbi: loro ridevano e sparavano"



BESLAN - È dalle 6 del mattino che Azamas cammina davanti al cortile della scuola. Stanchissimo, non ha chiuso occhio per tutta la notte. Poi si è messo i pantaloni bianchi della tuta, un gilet di lana gialla e un paio di pantofole rosse. A 13 anni non si rassegna a non vedere più il fratello maggiore. È tornato qui per chiedere ai soccorritori di lasciarlo frugare tra i sacchi neri. Sono ancora stesi sul cortile: dentro i resti delle vittime irriconoscibili. Quando tutto è scoppiato erano assieme.



"Mi sono buttato dalla finestra - racconta - e ho cominciato a correre. Poi mi sono girato e Andrej non c'era". Parla sottovoce, lentamente, e continua a guardare chi arrivi, quando sente dei passi alle spalle. "Non ci davano da mangiare, chi voleva bere pisciava in un bicchiere. Non ci lasciavano parlare. Dovete stare zitti, gridavano. Il papà del mio compagno di banco s'è alzato per tranquillizzare alcune donne che piangevano. Lo hanno ucciso a mitragliate, davanti ai due figli".



Azamas s'avvicina a un soldato e gli chiede se abbia visto un bambino con un maglione rosso. Niente. "Alcune ragazze dell'ultimo anno delle superiori - prosegue - la seconda notte hanno chiesto di poter andare in bagno. Due terroristi le hanno seguite. Poi abbiamo sentito delle grida. Sono durate poco. Le nostre compagne sono uscite dopo venti minuti. Piangevano. Gli uomini con il passamontagna le hanno violentate: poi hanno chiamato altri tre compagni perché facessero lo stesso. Un guerrigliero ha gridato che se ancora qualcuna s'azzardava ad andare in bagno avrebbe fatto la stessa fine. Due mamme sono svenute e per poco non sono state ammazzate".



Non si spiega perché tutto sia successo. Dei rapporti tra Russia e Cecenia non sa nulla. "Alcuni di noi scolari hanno detto ai terroristi: 'Lasciateci vivere, siamo solo dei bambini'. Un guerrigliero s'è messo a ridere e ha detto che era peggio, se fossimo diventati grandi. Non ci hanno mai detto una parola buona, le donne kamikaze sembravano drogate e non parlavano. Il primo giorno un bambino della 5a classe ha preso dalla cartella un succo di frutta e s'è messo a bere. Uno di quelli s'è tolto il passamontagna, gli ha strappato il succo di mano e se l'è bevuto. Poi ha puntato la pistola alla nuca del nostro compagno e gli ha sparato. Ha detto che non gli piacevano gli indisciplinati".



Azamas dice che non perdonerà. "Quando sono fuggito - spiega - ho calpestato i cadaveri dei miei compagni. A questo mi hanno ridotto".


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