sabato 11 settembre 2004

Non lo, non ci, non vi credo


Non credo a quello che vedo e sento intorno a me in questi giorni.



Non credo alla retorica, all'ipocrisia, alle litanie e alle messe cantate politicamente corrette.



Trovo intollerabile la retorica dell'11 settembre ridotto all'ennesima data evidenziata sul calendario, le celebrazioni con tanto di vedove e orfani in prima fila, sotto i riflettori; non tollero l'ipocrisia di chi oggi e solo oggi si ricorda del "siamo tutti americani" di tre anni fa - salvo poi, da domani, tornare a dire a mezza voce che certo, anche loro però un po' se la sono andata a cercare...



Aborro parimenti l'ondata di retorica buonista e di ipocrisia scaturita dal rapimento delle due italiane: per Quattrocchi e per i suoi compagni, come per il cuoco italiano ucciso in Arabia Saudita, come per i 19 morti di Nassiriya, nessuna "unità delle forze politiche davanti al pericolo", ma critiche feroci, meschine insinuazioni, accuse ai civili rapiti di essere dei mercenari, accuse ai soldati di essere degli aguzzini, dei massacratori e di appartenere a "un esercito mercenario al soldo dei padroni americani", accuse al cuoco napoletano di essere andato a lavorare in Arabia Saudita per "guadagnare di più" - crimine orrendo, questo, evidentemente, e passibile della pena capitale - e quindi di essere anche lui, in ultima analisi, uno sporco mercenario meritevole di morire.



Ora che ad essere rapite dalla "valorosa resistenza irachena" sono due appartenenti allo schieramento dei "buoni", a sinistra - a parte i soliti collaborazionisti senza se e senza ma, e soprattutto senza nessun contatto con la realtà delle cose - è tutto un coro di appelli all'unità contro "i terroristi" (ma non erano resistenti?), in nome dello "stringiamoci tutti intorno alle nostre concittadine".



Per le strade si snodano cortei e fiaccolate politicamente corrette e benedette dalla sinistra (certo: questa volta si manifesta per due pacifiste, due angeli, mica per dei loschi mercenari antropologicamente inferiori al soldo dei nazisti yankee), e i telegiornali mostrano una sessantina di manifestanti in centro a Baghdad cercando senza vergogna di spacciare un miserabile fallimento (dei 60 manifestanti almeno 30 sono bambini, e gli altri non raggiungono neanche il totale degli iracheni impiegati presso le stesse ONG occidentali) per un "segno incoraggiante" - è dunque ufficiale: esistono cittadini e cittadine di serie A e di serie B: per i primi bisogna impegnarsi al massimo, e non lasciare niente di intentato; gli altri se la sono andata a cercare, e amen.



Spiacente, queste cose non fanno per me. Non mi avrete mai alle vostre messe cantate: fate pure senza di me, sono sicuro che comunque riuscirete benissimo a sopravvivere - io per parte mia ce la farò, poco ma sicuro.



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