domenica 5 settembre 2004

La Francia e il terrorismo nazislamista


Il sempre puntuale Gabibbo riporta la trascrizione di un articolo pubblicato in Francia sul quotidiano "Le Figaro" e ripreso in Italia dal Foglio:
L'indulgenza di Hamas è un fardello pesante da portare



Né la mobilitazione dei rappresentanti dei musulmani di Francia né quella del mondo arabo possono farci credere al sorgere idilliaco di un solo islam illuminato, come cercano di suggerire alcuni serafici commentatori.

Questo islam moderato, praticato dalla maggioranza dei francesi musulmani, viene rifiutato da una parte della loro comunità, che presta sempre più ascolto ai retrogradi discorsi integralisti.

E non sono solo le grandi coscienze dell'islam a essersi fatte sentire sulla scena internazionale, durante tutta questa settimana, attraverso varie dichiarazione di sostegno alla politica della Francia.

"Siamo profondamente colpiti dalla solidarietà e dalla compassione espresse in modo unanime dalle più alte autorità dell'islam" ha dichiarato martedì scorso il ministro degli Esteri, Michel Barnier.

Ma chi avrà provato tanta compassione e solidarietà dopo l'assassino del giornalista americano Daniel Pearl e di decine di altri ostaggi uccisi, come il nostro collega italiano, "in applicazione della sentenza di Dio?".

Solo nell'ultima settimana, il terrorismo islamico ha colpito in Afghanistan, in Russia, in Israele, falcidiando decine di civili senza mai sollevare l'indignazione musulmana.


La compassione è andata alla Francia in ringraziamento della posizione assunta contro l'intervento in Iraq e della politica pro araba in medio oriente.

"La Francia ha difeso la causa dell'Iraq prima e dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.

E noi non vogliamo perdere un'amica", ha dichiarato il Consiglio degli ulema sunniti.

Ed è sempre in omaggio alla politica propalestinese della Francia che i movimenti terroristi islamici di Jihad, Hezbollah e di Hamas hanno richiesto la liberazione degli ostaggi.

Quell'Hamas che lo stesso giorno rivendicava un duplice attentato in Israele che è costato la vita a 16 persone.

Tutte queste indulgenze particolari sono un fardello pesante da portare.

Tanto più che le magnanimità di estremisti e sciabolatori assomigliano molto a quella concessa, la settimana scorsa, da al Qaida al Vaticano, per via delle posizioni antiguerra di quest'ultimo.


"Il Vaticano non sarà mai un nostro obiettivo", ha dichiarato l'organizzazione terroristica che in compenso intende scegliere i propri bersagli e colpire l'Italia per obbligare "le sudice truppe italiane a lasciare l'Iraq".

Per fortuna ora la solidarietà musulmana spende tutta la propria influenza per liberare Malbrunot e Chesnot ed emarginare i loro screditati rapitori.

Forse, si può sperare che le grandi coscienze dell'islam pacifista, in futuro, sapranno denunciare e isolare ogni tipo di fanatismo.

Ma per adesso non è questo il caso.

Il trattamento di riguardo del quale beneficiamo ci invita quindi a interrogarci sul posto che la Francia, primo paese mulsumano d'Europa, oggi ha preso nel mondo arabo.

Lasciare in pace il lupo?


Non dimentichiamo l'essenziale: la Francia a sua volta è il bersaglio della terza guerra mondiale dichiarata l'11 settembre 2001 dal "nazislamismo", l'ideologia che intende imporre l'ordine islamista in tutto il mondo, a cominciare dai paesi musulmani.

Rappresentata da al Qaida, è una barbarie che minaccia sia le democrazie musulmane sia i cristiani e gli ebrei.

Una barbarie che ha assassinato il comandante Massud due giorni prima di abbattere le torri del World Trade Center.

Sotto il nome di "resistenza" impedisce all'Iraq di procedere sulla strada della democrazia, mentre sogna di sottometterlo alla sharia.

E' la stessa selvaggia barbarie che ha permesso all'Iran di appendere a testa in giù una ragazza di 16 anni per "atti incompatibili con la castità".

Solo l'estremismo islamista conduce a tali orrori.

Sarebbe ora che gli europei, contrari alla guerra o animati dallo spirito di Monaco, aprissero finalmente gli occhi e smettessero di fare paralleli tra l'integralismo islamista di bin Laden e l'integrismo cristiano che, secondo loro, ispirerebbe la politica di George Bush.


Non sono evidentemente commensurabili, il gusto per la morte dell'uno e il moralismo protestante dell'altro, che d'altronde ha buoni motivi per vedere il Male all'opera nelle inaudite violenze commesse in nome del Corano.

Dobbiamo rinunciare a resistere al nuovo totalitarismo, reso folle dopo il maldestro intervento americano in Iraq? No, è evidente.

E' lì che oggi si vince o si perde la guerra intrapresa dalle democrazie.

Ed è lì che la Francia è attesa.

Bush o Kerry? Repubblicano o democratico? Se fossi americano, voterei repubblicano.


Ricordo il finale di "Pierino e il lupo", racconto in musica di Sergej Prokoviev.

Di recente, l'ex presidente democratico Bill Clinton deve averne registrata una nuova versione politicamente corretta.

Nella versione originale, Pierino cattura il lupo e lo rinchiude in uno zoo.

A questo finale Clinton ne ha preferito un altro più tollerante: Pierino, cattura il lupo, ma poi se ne dispiace e libera la bestia che grida un arrivederci pieno di riconoscenza.

"E' giunto il momento di lasciare i lupi in pace", conclude l'ex presidente americano.

I lupi, che hanno iniziato a conquistare il mondo, non aspettano altro.

Ivan Rioufol


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