mercoledì 25 febbraio 2004

al Qaeda: 'fare almeno 250 morti' a Milano


Questo era, secondo i magistrati, l'obiettivo di una cellula terroristica islamica con base a Cremona:
Quattro nordafricani, i vertici della moschea di Cremona dal ’98, vengono raggiunti da un’ordinanza di custodia della magistratura di Brescia con l’accusa di associazione finalizzata al terrorismo internazionale e all’eversione dell’ordine democratico e di aver realizzato documenti falsi, raccolto fondi e reclutato militanti per la "guerra santa".



(...)



Le intercettazioni della Digos tratteggiano il panorama di una "formazione costituita - scrive il gip di Brescia Roberto Spanò - per provocare, in Italia o all’estero, attentati di grandi proporzioni o di fiancheggiare guerriglieri impegnati in azioni belliche". Un rischio da prevenire con gli arresti, sostiene il gip che considera il gruppo un "focolaio eversivo annidato nella moschea cremonese".

Le intercettazioni e i pedinamenti arrivano fino al 7 gennaio scorso quando, alle 12.27, Khamlich parla con uno sconosciuto di "una nuova bomba che ha effetti devastanti sulle persone".

Si devono però a un testimone le rivelazioni più sconcertanti.

È un tunisino detenuto a Milano per droga a parlare del coinvolgimento di Boughanemi e di altri connazionali nei due attentati progettati per essere eseguiti tra il 3 e il 4 dicembre 2002, alla fine del Ramadan.

Discorsi sentiti nella moschea e nei quali si parlava anche del temibile esplosivo "C4".

A Milano bisognava colpire le "fermate della Stazione Centrale e del Duomo" della Mm, "particolarmente affollate", sicuri di uccidere "almeno 250 persone".

A Cremona l’obiettivo doveva essere il Duomo. Erano destinati a partecipare agli attacchi lo stesso Boughanemi e un tale Said Tmimi.
Illuminante la motivazione degli attentati, che traccia un collegamento diretto con la presenza dei nostri militari in Irak:
Per la prima volta un gruppo di estremisti islamici viene accusato di aver progettato stragi sul territorio nazionale "quale forma di ritorsione per le scelte di politica estera dell’Italia".
Non si preoccupi, comunque, Luciano Violante: lui non ha niente da temere dai terroristi, perché - notoriamente - i nostri soldati in Irak "ce li ha mandati il governo", non il centrosinistra, giusto?

Che schifo. Che gente.



Fonte: Corriere della Sera.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.