mercoledì 7 gennaio 2004

Prodi? Non fa notizia (almeno per oggi)


Quando, nei mesi scorsi, giornali stranieri come l'Economist hanno tranciato giudizi negativi su Silvio Berlusconi ("inadatto" a guidare, di volta in volta, l'Italia o l'Europa) la stampa italiana (in particolare, ma non solo, quella che coraggiosamente resiste al "reggime") ha dato ampio spazio alla cosa.



Nei mesi scorsi lo stesso Economist aveva pubblicato giudizi di fuoco su Romano Prodi ma, guarda caso, in quell'occasione la notizia in Italia era passata praticamente sotto silenzio. Strano, vero?



Mah, sarà stata una svista...



Adesso la storia si ripete:
Quarantun giornalisti specializzati hanno stilato per la rivista economica L'Expansion la pagella dei membri della Commissione Europea.



Il nostro mitico Romano Prodi ne esce a brandelli, al sedicesimo posto (su venti) e con un bel 4+ di media.



Il giudizio più benevolo raccolto dalla rivista negli ambienti comunitari, a proposito del presidente della Commissione, è "toujours pas bon", che tradotto può significare "mai bene" o, a scelta, "mai all'altezza".



L'Expansion scrive: "Stando alle risposte dei grandi media europei, il bilancio di Prodi non è certo lusinghiero.



Anche ("ANCHE"? Quindi non è neanche la prima volta? Sentito o letto niente in proposito, in Italia, negli anni passati? NdR) quest'anno termina sedicesimo e si vede persino sopravanzare dal britannico Neil Kinnock, il commissario che ha perso più posizioni negli ultimi quattro anni, passando dall'ottavo al quindicesimo posto...



Il presidente non è mai riuscito ad imporsi...



L'uomo non è stato convincente più della propria azione...".



Per la cronaca: Mario Monti è al sesto posto e Prodi, in "comunicazione", ha raccattato un misero 6,66/20; che equivale, più o meno, al nostro 3.



Si vede che interrogato su Eurostat ha risposto come sulla Sme e su qualsiasi altra svendita scandalosa: "non so, non ricordo, non c'ero e se c'ero dormivo..." (Il Giornale - via Rolli)
Questo è Prodi secondo il giudizio dei "grandi media europei": quello stesso Prodi che nei giorni scorsi, dall'alto della sua posizione, si è permesso di esprimere giudizi pesantissimi (e in buona parte in malafede) sul semestre di presidenza italiano a guida Berlusconi - guarda caso, il suo rivale alle prossime politiche italiane, se non già alle europee: non so perché ma mi vengono in mente frasi come "conflitto di interessi", "par condicio", "abuso di posizione istituzionale a fini di vantaggio personale"... (ma no, non è possibile: queste brutte cose, è risaputo, può farle solo il kattivo Berluska, il leader maximo dei "resistenti" non le farebbe mai...).



Naturalmente i "giornalisti" che lavorano nei media italiani, con la sola eccezione (interessata, e quindi in un certo senso non conta) del Giornale, dopo avere riportato ogni sussurro, gemito e rutto della stampa straniera utilizzabile in chiave anti-berlusconiana oggi hanno passato sotto silenzio la pagella da asinaccio assegnata a Prodi da quegli stessi media europei - evidentemente, per l'occasione, ritenuti meno "autorevoli" del solito.



Domani, poi, come niente fosse, questi stessi pennivendoli torneranno a scrivere sui giornali o a gridare in televisione che in Italia c'è il "reggime", che Berlusconi controlla ormai tutti i mass media, che loro sono le uniche voci libere superstiti e che, come sempre, bisogna "resistere, resistere, resistere".



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