domenica 25 gennaio 2004

Concordo col Griso


disegno tratto da Maus di Art Spiegelman

Ancora una volta mi trovo d'accordo con l'ottimo Griso, che in un post di ieri consigliava caldamente l'acquisto di Maus, in questi giorni in edicola col quotidiano La Repubblica.



Maus è, per usare un termine spaventosamente riduttivo, un libro a fumetti; in realtà è un autentico capolavoro, e un racconto dentro un racconto: è il racconto del rapporto conflittuale fra l'autore, Art Spiegelman, e suo padre Vladek, all'interno del racconto più grande dell'Olocausto e dei suoi orrori, spesso descritti con uno stile che evidenzia pienamente quella che è stata definita la "banalità del male" - con gli ebrei simbolicamente dipinti come topi, e i nazisti come gatti crudeli.



Ho letto per la prima volta Maus poco più di quindici anni fa, quando è uscito per la prima volta con i dialoghi tradotti in italiano.



All'epoca l'editore era Mondadori, credo: non ne sono sicuro perché, in un inconsulto eccesso di zelo missionario, ho quasi subito regalato il libro a Astrid, una mia amica (italiana) di padre tedesco che, complice anche il genitore alemanno, non mi sembrava adeguatamente conscia di ciò che aveva rappresentato l'Olocausto - a volte divento un tantino pesante, lo ammetto, ma a fin di bene.



In seguito il libro è letteralmente sparito dalla circolazione: è stato nuovamente pubblicato, da altro editore, pochi anni fa - naturalmente l'ho subito ricomprato, e questa volta per evitare di restare a piedi come la volta precedente ne ho comprato anche alcune copie da regalare.



Concordo quindi perfettamente col Griso: è un libro che andrebbe assolutamente letto.



Personalmente lo farei leggere nelle scuole: troppi di noi gentili, a differenza degli amici ebrei, in questo campo hanno la memoria corta; se l'antisemitismo si sta nuovamente diffondendo in Europa è anche a causa di una scarsa o assente informazione, specialmente fra i giovani: la responsabilità di informarli sui fatti del passato è prima di tutto proprio degli insegnanti, della scuola.



Da questo punto di vista, i "cattivi maestri di scuola" sono forse ancora più dannosi dei "cattivi maestri" in politica: chi non ricorda il proprio passato è condannato a ripeterlo.



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