sabato 11 ottobre 2003

Soraya: dopo Lucia Annunziata, critiche anche da Il Riformista


Nei giorni scorsi Lucia Annunziata aveva severamente criticato "Soraya", trasmesso da Rai Uno, in quanto infarcito di falsità anti-inglesi e anti-americane; anche Il Riformista dice la sua sull'argomento:
La fiction della Rai, Soraya, sta alla storia recente dell'Iran come stava Ben Hur all'antica Roma: è un polpettone fatto di cliché, luoghi comuni e errori non meno grossolani degli orologi che portavano i legionari romani nei kolossal americani oppure delle cupole di chiese romane in Gladiator. Passi pure una Soraya che sembre molto più persiana della mezza-teutonica imperatrice dell'Iran, passi uno Scià che cavalca vestito in jellaba marocchino, passino i camerieri in fez, le viste di Istanbul, i palazzi di Marrakesh, il palazzo reale di Napoli, il Castello di Miramare di Trieste (che misteriosamente colloca la capitale iraniana - 1.800 metri di altitudine e una catena montuosa alta 4.000 metri che la separa dal mare più vicino - sulle rive dell'Adriatico). Passino le strade di una Teheran immaginaria, vecchia e sozza, piena di donne in chador trent'anni prima di Khomeini. Ma la versione dei fatti storici raccontati dalla Rai sono stati ormai smentiti addirittura dal nipote dell'Ayatollah Khomeini.



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Lo Scià e suo padre, pur essendo indubbiamente dei dittatori, non erano né Pinochet né Pol Pot. Chi non è afflitto dall'amnesia storica dei nostri tempi si ricorderà che l'Iran pre-rivoluzionario non era il crogiolo di integralismo e di intolleranza che divenne negli anni ottanta. Era un paese moderno e occidentalizzato, motivo per cui veniva spesso snobbato da un turismo che privilegiava le asprezze dell'Afghanistan e le miserie dell'India. È bene entusiasmarsi per l'arrivo delle poliziotte impacchettate nelle forze dell'ordine della Repubblica islamica (la notizia è di questi giorni). Ma le donne, prima della rivoluzione, portavano le minigonne, erano ministri, piloti militari, avvocati. Ed erano tra le donne più eleganti del Medio Oriente. Altro che la Teheran della Rai, dove la gente sembre uscire dai gulag sovietici.



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Sostenere che lo Scià era un dittatore sanguinario che teneva il popolo nella miseria o che lo costringeva a occidentalizzarsi è una falsificazione della storia. L'Iran è una repubblica e si spera che diventi presto una vera e propria democrazia. E se ci riuscirà, sarà anche grazie a ciò che hanno inseminato i Pahlavi, che ha permesso agli iraniani di mantenere il senso della nazione attraverso gli anni più bui e, soprattutto, che ha permesso alle donne di non farsi "incartare" dagli integralismi. Se c'è da biasimare i Pahlavi non è per l'occidentalizzazione o la centralizzazione del potere dello stato iraniano, né tantomeno per aver aperto le porte del paese agli americani, che portarono lavoro, istruzione e benessere, ma per aver ostacolato e ritardato la democrazia.
Link: Il Riformista.



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