martedì 14 ottobre 2003

Irak, chi lavora per costruire e chi per distruggere


Chi mi conosce sa già come la penso: nel caso dell'Irak i "buoni" sono gli americani e i "cattivi" sono, ad esempio, quelli che Lo Spino nel (...) cita in questo post, intitolato significativamente Magdi (Allam) ci spiega come nasce l’Internazionale degli Imbecilli (date ad esempio un'occhiata a Campo Antimperialista: troverete delle cose notevoli, come l'appello a offrire "dieci euro a sostegno della resistenza del valoroso popolo iracheno" - sic).



Camillo oggi riporta in un suo post alcuni dati forniti dai buoni - senza virgolette - cioé da Paul Bremer durante la presentazione della sua relazione sui primi sei mesi di presenza alleata in Irak:
I risultati, snobbati dalla stampa internazionale, sono sul sito ufficiale: cpa-iraq.org.

Dal giorno in cui è caduto Saddam, sono stati arruolati e addestrati 40 mila poliziotti, settemila dei quali sono in servizio a Baghdad.

È cominciata la ricostruzione dell'esercito. Il primo battaglione, composto da più di 60 mila soldati, è già al servizio degli iracheni.



Quasi tutti i 400 tribunali sono funzionanti, e per la prima volta la magistratura è completamente indipendente.



I servizi essenziali sono già migliori rispetto al periodo precedente la guerra: sei mesi fa, ha detto Bremer, l'intero paese poteva generare a malapena 300 megawatt di elettricità. Oggi supera i 4.500 megawatt, più della produzione anteguerra.



Sei mesi fa le 22 università e i 43 istituti tecnici erano chiusi, ora sono stati tutti riaperti insieme con 1.500 scuole. Gli stipendi degli insegnanti sono notevolmente più alti. Sei mesi fa Saddam li pagava poco più di 5 dollari il mese, oggi i contribuenti americani garantiscono loro buste paga da 12 a 35 volte superiori.



La spesa sanitaria, dice Bremer, è aumentata di 26 volte rispetto a quella dei tempi di Saddam: tutti i 240 ospedali sono aperti, insieme con 1.200 cliniche. I salari dei medici sono aumentati di 8 volte rispetto agli stipendi di Saddam. Sono state distribuite 12 mila tonnellate di farmaci, e 22 mila dosi di vaccino per i bambini.



La coalizione ha bonificato 14 mila chilometri di canali di irrigazione, creando oltre 100 mila posti di lavoro. Tre quarti della rete telefonica e della produzione di acqua potabile sono state rimesse a posto. L'economia ha ripreso a camminare, non solo il commercio. Il 95 per cento delle banche ha riaperto e finanzia prestiti per attivitè economiche. C'è una nuova e indipendente Banca Centrale, ed è stata approvata la più moderna legge bancaria appositamente orientata alla crescita economica. C'è anche la nuova moneta.



Sei mesi fa in Iraq non c'era libertà d'espressione, erano vietate le parabole televisive e i giornalisti stranieri erano controllati e scortati da spie del regime. Oggi non c'è più il ministero dell'Informazione, e sono nati 170 giornali. Gli stranieri sono liberi di circolare e gli iracheni di comprare le parabole.



Sei mesi fa c'era la dittatura, oggi gli abitanti di Baghdad hanno selezionato 88 consigli consultivi. C'è stato anche il primo atto democratico: l'elezione del presidente del Consiglio comunale di Baghdad. Venticinque ministri, scelti dal Consiglio governativo, cioè dell'istituzione più rappresentativa della storia irachena, guidano la gestione ordinaria del paese e partecipano ai vertici internazionali. Le camere di commercio, le scuole e le organizzazioni professionali eleggono i loro capi.



Gli inviati non ne parlano. Delle due l'una: o i dati di Bremer sono propaganda americana oppure il silenzio dei giornalisti esteri è propaganda antiamericana.
Secondo me, la seconda che ha detto.



Link: Camillo: La liberazione dell'Irak sei mesi dopo.



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