martedì 5 agosto 2003

Liguria: gli incendi minacciano anche il Principato di Seborga


Gli incendi scoppiati nella Riviera dei Fiori in queste ultime ore stanno minacciando anche il territorio del Principato di Seborga, una micronation non riconosciuta dallo Stato Italiano e dagli organismi internazionali.



La superficie del principato è di appena 14 Km. quadrati, e la popolazione si aggira sulle duemila unità; i cittadini veri e propri sono poco più di quattrocento, gli altri sono semplici residenti.



Ceduto nel 954 ai monaci Benedettini di Lerino dai Conti di Ventimiglia, nel 1079 fu consacrato Principato del Sacro Romano Impero. Dal 1118, dopo che S. Bernardo di Clairvaux istituì a Seborga i primi 9 cavalieri del tempio, il Principato divenne l'unico Stato Cistercense sino al 20 gennaio del 1729, anno in cui fu acquistato da Vittorio Amedeo II, con atto fatto a Parigi: atto mai registrato né dal Regno Sardo né dalla casa sabauda. A quanto pare, inoltre, i sabaudi non solo si dimenticarono di registrare l'atto, ma anche di pagare la cifra pattuita...



Con il trattato di Aquisgrana del 1748 Seborga non entrò a far parte della repubblica di Genova così come non passò, dopo il congresso di Vienna del 1814, al regno di Sardegna.



Nel 1861 non fu acclusa al regno d'Italia e godette fino al 1946 del diritto di "NULLIUS DIOCESIS", né c'è menzione nel 1946 che il territorio del Principato sia stato assegnato alla costituente che ha formato la Repubblica Italiana.



Insomma, forse le rivendicazioni dei seborghini sono solo una trovata pubblicitaria, e forse no.



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