mercoledì 20 agosto 2003

Baghdad e Gerusalemme, identico e' il bersaglio


Segnalo un editoriale di Diego Gabutti apparso oggi su Il Nuovo:
Non è l’esistenza d’Israele a offendere le teste calde della jihad palestinese, così come non è l’occupazione americana ad armare le ultime raffiche del regime saddamita...

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Sono le tecnologie moderne e le scuole laiche, la stampa libera e la liberazione della donna, i diritti civili e il pluralismo culturale a offendere tutte le jihad da un capo all’altro del dar al-Islam o Dimora dell’Islam, lo sterminato territorio dove vale la shari’a, la legge sacra, che il solo dio ha dettato al suo unico profeta.

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Dietro il terrorismo islamista, nell’ombra fitta del suo mantello, non c’è neppure un filo del classico "antimperialismo"di cui s’alimentavano i vecchi fronti di liberazione marxleninisti, che bene o male si prefiggevano di modernizzare le società che mettevano a ferro e fuoco. Dietro il kamikaze islamico, quando risuonano le esplosioni che si ripromettono il fallimento della road map oppure giurano la morte ai rappresentanti dell’Onu e ai soldati americani, s’allungano le ombre d’una Vandea planetaria, che oggi minaccia di contagiare, con i suoi slogan reazionari e antimoderni, anche la sinistra occidentale, soprattutto quella europea, che se ne lascia incantare come da una sirena particolarmente ambigua e scostumata.

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È l’intera storia della sinistra - dal Manifesto del partito comunista in avanti, il più eloquente e sperticato elogio del mercato mondiale che sia mai stato scritto — che inneggia alla modernità in tutte le sue forme.

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Era esclusivamente dalla diffusione della cultura occidentale, dei suoi modelli politici e produttivi, che il marxismo classico, prima di Stalin e dei campi di rieducazione, s’attendeva la liberazione dei popoli e delle società arretrate. A quei tempi era soltanto la destra clericale, estremista, antiliberale, a fare il tifo per le società tradizionali, per il sacro e per la shari’a, per la Spada dell’Islam, che non fu a caso impugnata da Mussolini.



Oggi la guerra contro le tecnologie, contro le libertà civili, contro la scuola laica, contro la liberazione delle donne, contro la libertà di stampa e d’opinione condotta dai kamikaze del radicalismo islamico da un capo all’altro della Dimora dell’Islam sta facendo slittare, in nome d’una solidarietà da manicomio sociologico, le sinistre occidentali e quello che un tempo, sotto altre lune, si chiamava "internazionalismo" verso posizioni ogni giorno più reazionarie, più antimoderne, più odiose e indifendibili. È ormai tempo che la sinistra si ricomponga. Meno danze dei sette veli. Più decoro e senso della storia.




Link: testo integrale su Il Nuovo.



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