lunedì 7 marzo 2005

Sgrena: "I miei rapitori? Mai considerati nemici"

Dal Corriere della Sera:
Lei ha detto di essere stata trattata bene dai rapitori.
«Confermo. Perché?»

Nel suo primo video sembrava disperata.
«Lo ero. Non ero ancora riuscita a versare una lacrima fino a quel momento, e io sono una che piange spesso. Quando ho parlato di Pier, mi sono messa a piangere».

I rapitori cosa le avevano detto?
«Mi avevano chiesto di drammatizzare. Era un momento difficile, perché ero in una fase di grande incavolatura. Ero rabbiosa, litigavo. Non capivo i loro motivi».

Quali erano le sue sensazioni nei loro confronti?
«Non mi sono mai sentita una loro nemica. Non era facile, la mia era una posizione di sottomissione. Ma ho cercato di capirli, attraverso le frasi che scambiavamo».
Ma certo, che nemici: in Irak i soli, veri nemici sono gli okkupanti amerikani e i loro servi italiani, compresi i colleghi di Nicola Calipari, fino a ieri definiti "sbirri" ed equiparati a dei pericolosi golpisti (ricordate l'eterna litania sui "servizi segreti deviati e al soldo della reazione"?).

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