martedì 15 marzo 2005

Fini è un fascista, questi invece sono bravi ragazzi

Questo pare essere il pensiero (almeno fino al giorno delle elezioni: dopo, non si sa) di molti (troppi?) esponenti dell'Unione prodinottiana e dei suoi ornamenti "antifascisti" senza se e senza ma, quelli che al congresso di Rifondazione Comunista hanno dato del venduto a Leo Gullotta, reo di avere partecipato a uno sceneggiato sulle Foibe ("Venduto, vergognati. Ti fai i soldi sulle foibe e poi vieni qui a parlare dei partigiani!").

Da un editoriale di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera:

«Falsar per un fascista / non è reato». Potrebbe essere questo, se avessero il dono dell’autoironia, il nuovo slogan di tanti amministratori «rossi» finiti nei guai per aver messo il timbro su un bel po' di firme fasulle presentate da Alternativa Sociale. Sia chiaro: sempre meglio dell’urlo originale «uccidere un fascista non è reato». Meglio la «sòla» del sangue. Il moltiplicarsi di casi in tutta Italia, con l'apertura di inchieste anche in Liguria e in varie città lombarde, sta creando a sinistra crescenti imbarazzi. Al punto che un dirigente della Quercia, il segretario provinciale di Imperia Giovanni Barbagallo ha detto al Secolo XIX , udite udite, che «è arrivata una direttiva del partito che dice di non commentare la vicenda e non rilasciare interviste».
La grana non è solo legale.

(...)

Ma su due punti la sinistra deve davvero fare i conti con se stessa. Il primo: crede davvero Livia Turco, cui va riconosciuta solo l'attenuante di un’antica amicizia con la nipote del Duce, di poter parlare di «accanimento»? Non si era detto per anni, a sinistra, che Berlusconi e i berlusconiani non avevano il diritto di usare le parole «accanimento giudiziario», inaccettabili e offensive per la magistratura, neppure dopo decine di inchieste perché «conta solo se il reato è stato commesso o no»?

(...)

Il secondo punto è ancora più politico.La lista «Alternativa sociale» non è una tra le tante liste di pensionati, umanisti, nostalgici o cinofili cui forse (forse) si può dare un aiutino senza macchiarsi l’anima. Certo, la Mussolini è, come scrisse Ferrara, una «pazzotica simpatica ma non del tutto compresa nel suo ruolo di statista».

(...)

Ma è anche una che ha detto che «i principi del fascismo sono ancora validi», che un giorno entrò alla Camera con una maglietta con scritto «Boia chi molla», che ha rotto con Gianfranco Fini dopo la famosa sortita sul «male assoluto» dicendo che «il male assoluto non è il fascismo, ma piazzale Loreto».

Non bastasse, ha raccolto intorno a sé una serie di personaggi additati per anni a sinistra come il peggio del peggio del nostalgismo fascista. Come Adriano Tilgher, cui sono dedicate pagine e pagine del libro Fascisteria di Ugo Maria Tassinari, segretario oggi di Forza Nuova dopo essere stato lo storico braccio destro di Stefano Delle Chiaie ed esser stato condannato per ricostituzione del disciolto partito fascista. O Luca Romagnoli, l'eurodeputato segretario del Movimento Sociale Fiamma Tricolore che il 22 ottobre scorso, anniversario della Marcia su Roma, era alla testa del corteo che attraversò la capitale tendendo le mani nel saluto romano, urlando slogan contro gli immigrati e sventolando le bandiere della X Mas. O ancora Roberto Fiore, che dopo anni di latitanza in Inghilterra tornò nel 1999 in Italia perché era ormai estinta la pena (5 anni e sei mesi) che gli era stata inflitta come promotore «della associazione terroristica denominata Terza Posizione». O ancora Toni Serena, il deputato ex-leghista buttato fuori da An perché, dopo aver contestato la Giornata della Memoria dicendo che non bisognava ricordare solo gli ebrei, dopo aver definito «pericolosa acrimonia» il rifiuto di onorare insieme nei cimiteri di guerra i ragazzi tedeschi travolti dalla guerra e le SS, aveva chiesto al nostro governo di emettere «formale protesta» contro la Svizzera per tutelare la «libertà di pensiero» del «signor Gaston Armand Amaudruz», condannato da un tribunale elvetico per avere «contestato la veridicità dell’olocausto ebraico a opera dei tedeschi».

Per carità, se la sinistra ritiene arrivato il momento di una riconciliazione, lo dica. Ma strillare indignazione contro chi contesta il 25 aprile e insieme fare i furbetti con i Tilgher, i Fiore, i Romagnoli o i Serena per fare danni alla destra...
Già: l'importante, per questi centrosinistrati, per questi grandi statisti alle vongole, per questi aspiranti Salvatori della Patria minacciata dal "neo-duce Berlusconi" è arrecare danno allo schieramento nemico, con qualunque mezzo e a qualunque costo -e pazienza se, nel corso della brillante operazione, ci si ritrova a dare del "fascista" a quelli di Alleanza Nazionale, rei di appartenere alla Casa delle Libertà, mentre contemporaneamente si va a braccetto con dei nazisti negazionisti e con dei veri e propri terroristi nostalgici del Duce: il fine giustifica i mezzi e, ça va sans dire, il nemico del mio nemico è mio amico, sempre e comunque.

Eccolo, il nuovo che avanza, la classe politica moralmente e antropologicamente superiore: e il bello è che ci credono pure. Che tristezza.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.