giovedì 17 aprile 2003

Il Governo ha intenzione di presentare un disegno di legge sulle droghe di stampo nettamente proibizionista.



Si tratta decisamente di un passo indietro.



Il proibizionismo, non solo in Italia ma a livello mondiale, non ha mai funzionato né mai funzionerà: è servito e servirà solo a spingere i consumatori di "droghe leggere" (termine che comunque non mi piace: tutte le droghe creano una qualche forma di assuefazione, a partire dagli alcoolici e dalle normali sigarette) nelle braccia degli spacciatori, e a riempire le patrie galere di torme di consumatori abituali.



Nella nuova legge scompaiono infatti sia il concetto di uso personale che di modica quantità: l'uso di droghe è sanzionato a livello amministrativo fino a una certa quantità, che varia a seconda del tipo di sostanza stupefacente, e a livello penale sopra questa soglia - cade comunque ogni distinzione fra consumatore e spacciatore.



Capisco che l'opinione pubblica sia allarmata da certi fenomeni connessi al mondo delle tossicodipendenze, ma proprio per questo spingere definitivamente, per legge, dei normali cittadini a entrare in contatto con dei circuiti malavitosi (quello degli spacciatori prima ed eventualmente quello all'interno delle carceri poi) non mi pare sia un'idea particolarmente brillante.



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