venerdì 22 novembre 2002

Ho ritrovato una e-mail sul tema dei pericoli delle tecnologie avanzate che avevo spedito ad alcuni amici subito dopo gli attentati dell'11 settembre.



Riletto alla luce delle notizie che arrivano dagli USA (per sintetizzare una nuova forma di vita basterà, pare, un investimento di "solo" tre milioni di dollari) fa un certo effetto.





"In questi giorni tutti fanno un gran parlare di guerra batteriologica, tutti sono preoccupati per le prossime possibili mosse di Bin Laden e dei suoi accoliti, ma mi pare che nessuno abbia messo a fuoco un altro aspetto del problema, ben più grave e angosciante.



La gente "normale" non se ne rende conto, ma siamo alla vigilia di un vero e proprio salto epocale: le ricerche in campo genetico vanno avanti a ritmo sempre più serrato, e parallelamente la potenza di calcolo dei sistemi informatici continua a crescere a velocità "quasi" esponenziale.



Secondo molti informatici questo nel giro di 10-15 anni renderà possibile utilizzare sul proprio personal computer dei "CAD genetici" (quelli molecolari esistono già da tempo) per assemblare dei virus sintetici sempre più sofisticati e letali o per ottimizzare il "payload" e la capacità di diffusione di virus già esistenti in natura, come il vaiolo (mortalità media 30%) o Ebola (mortalità media sopra il 90%).



La nostra tecnologia già oggi è in grado di farci identificare, ad esempio, un ligure o un sardo in base al DNA: domani sarà possibile usare queste tecniche di identificazione per creare virus in grado di sterminare selettivamente gli ebrei lasciando in vita i palestinesi e gli israeliani di origine araba, o di uccidere i "niggers" americani risparmiando i membri della cosiddetta "elite WASP" (il sogno del KKK e delle varie "Militiae" americane)...



Oggi occorrono comunque organizzazioni para-militari alquanto complesse, e un buon livello di conoscenze tecnologiche, per progettare e realizzare attentati con agenti batteriologici: entro il 2020, o anche prima, queste cose saranno tecnicamente ed economicamente alla portata di un singolo psicopatico o di un singolo terrorista "do-it-yourself".

Questo cambierà, di nuovo, tutti gli scenari: oggi dobbiamo preoccuparci di organizzazioni terroristiche a sfondo politico e/o religioso, domani "l'attacco al cuore della civiltà" potrebbe arrivare da un singolo, insospettabile individuo - il classico vicino della porta accanto.



Già oggi negli USA (ma non solo) ogni tanto un singolo individuo come misura di "ritorsione" per il proprio licenziamento decide di entrare in un ufficio o in un Mc Donald's e fare una strage a colpi di AK-47 o di fucile a pompa: cosa succederà quando questo tipo di individui avrà almeno potenzialmente la possibilità di attuare una "ritorsione" in grado di annientare la popolazione di una città o di uno stato?



D'altra parte, è semplicemente impensabile (e tecnicamente impossibile) tentare di impedire l'accesso alle informazioni sul DNA umano, oppure impedire l'aumento della potenza di calcolo dei computers: tutte e due le cose sono indispensabili per lo sviluppo della nostra società. Come se ne esce quindi?



Secondo me, non se ne esce.



Se decideremo di convivere con questa nuova tipologia di rischio avremo in qualche misura "perso", e se ridurremo gli spazi di libertà e di informazione in nome della sicurezza avremo perso ugualmente."



Credo che nei prossimi anni tutti, singoli cittadini e governi, dovranno misurarsi con questo dilemma.



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