venerdì 15 novembre 2002

manuale dell'uomo domesticoHo provato a mettere ordine fra le mie vecchie cose ma non c'è verso, devo rassegnarmi: appartengo alla categoria che Beppe Severgnini, nel suo ultimo libro, definisce dei Conservatori - nel senso che, come i nonni di una volta (quelli moderni un po' meno) non vogliono mai buttare via niente.



Subito dopo pranzo ho tirato giù dagli scaffali una mezza tonnellata di roba, con l'intenzione di procedere a una drastica cernita e di conservare giusto le cose "davvero" importanti.



In capo a mezz'ora mi sono però reso conto che di fatto stavo riclassificando come "importante" praticamente tutto, tranne alcune cianfrusaglie che avrei dovuto gettare via già nell'ultimo quarto del secolo scorso.



Ho trovato veramente di tutto: appunti di lavoro risalenti a venti anni fa, le chiavi di almeno tre auto di mio padre, rottamate da tempo immemorabile, e-mail stampate e archiviate nel '95 per motivi che ora mi sfuggono completamente, adesivi della Apple (quelli con la mela arcobaleno) e "Nucleare? No grazie!" risalenti come minimo al '77, e anche un libriccino di Daniele Luttazzi (del '93) che non ricordavo neanche di avere, intitolato "101 cose da evitare a un funerale".



Eccone alcune:



  • Presentarsi vestiti come la Morte ne "Il settimo sigillo"


  • In segno di omaggio, mettersi a fare braccio di ferro con la salma, e fingere di perdere


  • Consolare il marito della defunta ricordandogli che in fondo anche lei, come ogni altro essere umano, era composta per l'80% di acqua


  • Gettare una pallina da golf sopra il cadavere, e poi pretendere di eseguire il colpo successivo senza spostare la pallina, come da regolamento internazionale


  • Applicare alla bara un adesivo con su scritto "È rigor mortis, o sei solo contento di vedermi?"


  • Mentre stanno calando la bara nella fossa, chiedere ad alta voce: "Ehi! Chi è che sta bussando?"






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