martedì 12 novembre 2002

Ancora (eh, sì...) sul tema dell'intolleranza:



"Meglio in cella che liberato da Berlusconi".



No, non sono in stato di ebbrezza alcoolica, e non ho neanche sniffato cocaina scambiandola per zafferano :-)



La frase in grassetto è il succo del Vattimo-pensiero sulla grazia a Sofri, pubblicato su L'Unità.



A sinistra, però, non tutti gradiscono - e ci mancherebbe - e Gianni Sofri, fratello di Adriano, commenta:

"Che uno dei tanti aspiranti maitres-à-penser della nostra epoca si rivolga, dal suo salotto torinese, a una persona che vive da sei anni in una piccola cella e gli chieda di rifiutare (quand'anche qualcuno glielo proponesse) di tornare libero; che anzi, più che chiederglielo, glielo ordini (''ne hai quasi un imperativo dovere'', sic!): tutto questo mi sembra un segnale assai grave che non solo la più elementare umanità, ma anche il rigore e il nitore del ragionamento siano ormai fortemente a rischio anche laddove uno non se l'aspetterebbe".


Appunto...



Sul Corriere della Sera Francesco Merlo dice la sua sull'argomento.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.