giovedì 20 dicembre 2007

Sorpresa: il governo "pacifista" appoggia all'ONU la politica "guerrafondaia" di Bush


Leggere per credere:
New York. Gli applausi per il voto sulla moratoria non vincolante della pena di morte hanno coperto la decisione invece vincolantissima presa martedì pomeriggio, esattamente nello stesso giorno, dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite presieduto dall’Italia. Poche ore dopo il voto dell’Assemblea generale sulla pena capitale, i quindici membri del Consiglio di sicurezza hanno approvato all’unanimità la risoluzione 1790 sull’Iraq, rinnovando il mandato militare alle truppe multinazionali guidate dal generale David H. Petraeus. Ufficialmente, ora, l’Italia è favorevole alla presenza dell’esercito americano nell’ex regno di Saddam, malgrado la maggioranza di centrosinistra sia stata eletta su una piattaforma politica completamente diversa, al punto che immediatamente dopo l’insediamento a Palazzo Chigi il governo Prodi ha deciso il ritiro delle truppe italiane da Nassiryah.
Martedì, invece, l’Italia ha votato a favore della politica irachena di George W. Bush e Dick Cheney, centrata sull’invio in Iraq di ulteriori 30 mila soldati americani, a completamento della missione Iraqi Freedom ideata da Donald Rumsfeld. E’ la prima volta che il nostro governo esprime un voto in un organismo internazionale sull’occupazione militare irachena. Quando gli Stati Uniti e i loro alleati decisero infatti di invadere l’Iraq, anche per far rispettare le risoluzioni Onu rigettate dal regime di Saddam Hussein, l’Italia non era membro del Consiglio di sicurezza, dove invece è stata eletta soltanto all’inizio di quest’anno.

(continua)

Aveva ragione Prodi quando disse agli italiani, alla fine della scorsa campagna elettorale, "Vi stupiremo": in effetti, credo proprio che gli elettori dell'ala pacifinta della coalizione saranno davvero stupiti di apprendere che "il loro" è in assoluto il primo governo italiano a sostenere ufficialmente, con un voto in sede ONU, la politica americana in Irak.

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