mercoledì 5 dicembre 2007

Come rovesciare la realtà e vivere felici


Direi che il rapporto delle sedici agenzie di intelligence USA presentato ieri dalla stampa di sinistra come una sconfessione di Bush e della sua politica estera, se letto con un minimo di attenzione, contiene invece delle conferme della linea Bush.
Innanzitutto, il programma nucleare militare iraniano: il regime islamo-nazista iraniano in questi anni ha sempre smentito l'esistenza di un programma nucleare militare segreto, assecondato in questo dai giudizi prudentissimi dell'AIEA e della solita ONU - solo la Francia, lo scorso anno, ancora in epoca Chirac, ha rilevato che le caratteristiche del programma nucleare "civile" iraniano erano incompatibili con un uso "solo civile" dell'atomo, ma erano e sono compatibilissime con un piano di sviluppo di armamenti nucleari.
Bene, le agenzie di intelligence USA nel loro rapporto hanno scritto che gli iraniani hanno sospeso, nel 2003, il loro programma nucleare militare segreto: a rigor di logica, non si può "sospendere" quello che non esiste, quindi pare evidente che l'intelligence americana dia per assodata l'esistenza di questo programma militare segreto: se c'è qualcuno che in questi anni ha mentito alla comunità internazionale, quindi, non è Bush ma Ahmadinejad.
Secondo punto: l'Iran ha sospeso il suo programma militare segreto nel 2003. Vi dice niente questa data? Guarda caso, è proprio l'anno dell'invasione-lampo dell'Irak da parte della coalizione guidata dagli americani, culminata in poco più di un mese nell'annientamento del regime di Saddam.
Dopo questa bruciante sconfitta del dittatore iracheno molti altri tiranni dell'area hanno iniziato seriamente a temere che gli americani avessero intenzione di "finire il lavoro" andando oltre l'Irak: questo spiega la presa di posizione della Siria, che all'epoca si affrettò a smentire di avere in programma la produzione di armi di distruzione di massa, e la sostanziale resa preventiva del regime del dittatore libico Gheddafi, che ammise di avere un proprio programma di sviluppo di armi nucleari, aprì le porte del Paese agli ispettori internazionali e provvide spontaneamente al suo smantellamento. Anche in Iran evidentemente l'idea che gli occidentali avessero avviato un repulisti generale contro gli "Stati-canaglia" deve avere terrorizzato, al di là delle sprezzanti dichiarazioni di facciata, gli ayatollah al potere, tanto da indurli a sospendere precauzionalmente (ma non a cancellare) il loro programma di sviluppo di armi nucleari.
Secondo il rapporto dell'intelligence USA oggi gli iraniani sono a circa quattro anni di distanza dalla disponibilità effettiva di armi nucleari: i conti sono presto fatti: 2007-2003=4.
Insomma, se le iniziative del "cowboy" Bush non avessero indotto i nazisti islamici al potere in Iran a sospendere il loro programma di sviluppo, oggi Teheran disporrebbe già di armi nucleari.
L'intervento di Bush in Irak, quindi, ha anche avuto come effetto collaterale quello di ridurre a più miti consigli altri stati-canaglia della regione, sia pure temporaneamente nel caso di Siria e Iran: ora abbiamo quattro anni, o forse anche meno, per bloccare definitivamente i progetti di genocidio nucleare dei nazisti islamici iraniani - con le buone se possibile, ma se necessario anche con le cattive: proprio la storia recente dimostra che in ultima analisi l'unico linguaggio che capiscono e temono questi criminali è quello delle armi.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.