domenica 2 aprile 2006

E' andata come temevo, purtroppo

Il piccolo Tommaso è stato ucciso dai suoi rapitori già nelle prime ore del sequestro: questo è quanto ha ammesso il manovale ripetutamente sentito dagli inquirenti nei giorni scorsi nel corso dell'ennesimo, decisivo interrogatorio.
La cosa, purtroppo, non mi sorprende per niente.
Già il giorno dopo il rapimento, parlandone con miei amici, avevo espresso il parere che la cosa, probabilmente, avrebbe avuto un epilogo tragico: già gli inquirenti parlavano di "sequestro anomalo", e questo è sempre un brutto segno.
E' un brutto segno perché un sequestro anomalo può essere un sequestro-lampo (e il sequestro-lampo di un bambino soggetto a gravi crisi epilettiche non denota grande intelligenza da parte dei rapitori) oppure può essere un sequestro "tradizionale", diciamo così "a lungo termine", ma organizzato da una banda di dilettanti allo sbaraglio.
Questa è l'ipotesi peggiore: un sequestro a lungo termine è una operazione lunga, costosa e complessa, assomiglia molto a una operazione di tipo "militare": sono coinvolte funzioni quali la Sicurezza, la Logistica, le Comunicazioni, l'Intelligence - tutte cose che richiedono una vasta rete di contatti e di supporter, e una grossa quantità di denaro per far sì che tutto funzioni a dovere: tutte cose che una banda di balordi di paese non può neanche sognarsi, e che infatti di solito non vengono neanche prese in considerazione da questi individui.
Paradossalmente, le migliori garanzie per la vita del sequestrato (anche se, bisogna dire, non sempre: non tutti i sequestrati dall'Anonima sarda o da quella calabrese sono tornati a casa vivi, infatti) vengono proprio dalla "professionalità" dei sequestratori - quando questa professionalità manca, il pericolo di un "incidente di percorso" si ingigantisce, e il rischio per il sequestrato aumenta in modo esponenziale.
Così è stato, purtroppo, anche nel caso del piccolo Tommaso: a quanto risulta, sarebbe stato ucciso perché piangeva (cosa c'è di più naturale, per un piccolo bambino, che piangere quando viene separato dalla mamma?) e i rapitori temevano che il suo pianto li avrebbe fatti scoprire.
Insomma, questi disgraziati non avevano messo in conto neanche la più banale e prevedibile delle evenienze: che un bambino di 18 mesi si mettesse a piangere - altro che organizzazione militare...
Ho sentito che ieri sera una folla inferocita ha tentato di linciare il rapitore: ironicamente, la prova provata che, in fondo, siamo tutti potenziali assassini, proprio come i rapitori di Tommaso.
Tristezza.

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