venerdì 10 gennaio 2003

Questa è la televisione, baby...



Stasera ho guardato Excalibur, su Rai Due. La puntata era dedicata a Benigni, e in particolare alle polemiche nate dopo la sua recente apparizione in tv - la sua Divina Commedia ha tenuto incollati al video, secondo l'Auditel, una media di dodici milioni di telespettatori.



Devo dire che la prima parte della trasmissione mi è piaciuta, il livello era piuttosto buono, poi però Socci ha commesso un errore fatale: ha dato la parola ad Alda d'Eusanio - un po' come invitare una troia (cito dal Garzanti: "femmina del maiale") a un concorso di bellezza dedicato ai levrieri afghani.



Da questo punto in poi sono riuscito a resistere solo dieci minuti, poi ho spento la televisiùn.



In sostanza la tesi principale sostenuta dalla D'Eusanio è che in televisione è impossibile fare "cultura", che la televisione è solo banalità e ripetitività, che programmi come il suo non sono volgari perchè in realtà si limitano a citare la vita reale (molto originale: in pratica, la tipica autodifesa di tutti quelli che fanno tv-spazzatura, in ogni tempo e sotto ogni latitudine) e tutta un'altra sbrodolata di cagate del genere.



Il senso generale era chiaro: tutti colpevoli, nessun colpevole - questa è la televisione, baby....



Che dire? La sua televisione certamente è proprio così - banale, ripetitiva, volgare, tenacemente e orgogliosamente impegnata a mostrare il peggio della natura umana, e perfino a inventarselo quando scarseggiano gli spunti da trarre dalla mitica "vita reale" - ma questo, a differenza di quanto sembra suggerire lei, non significa automaticamente che tutta la televisione sia o debba essere per forza così.



Provi a fare un minimo di zapping, si accorgerà che esistono - pochi, ma esistono - anche degli esempi di televisione adatta a persone normali e non a un pubblico di cerebrolesi come quello che lei presume sia il suo pubblico di riferimento - se li considerasse appena appena intelligenti non gli spalerebbe addosso tutti i giorni tonnellate di merda attraverso lo schermo.



Un sette quindi a Excalibur - una volta tanto - per l'argomento trattato, un meno-meno (e sono ancora di manica larga) per avere invitato una giornalista (sic) e conduttrice televisiva come la d'Eusanio.



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