domenica 18 marzo 2007

La domanda sorge spontanea


Due giorni fa a Padova tre giovani donne straniere si sono presentate in Comune e hanno chiesto di essere registrate all'anagrafe come "nucleo familiare" in quanto conviventi e legate fra di loro da vincoli affettivi. La cosa inizialmente ha un po' preso in contropiede i funzionari comunali, che si aspettavano casomai l'ennesima coppia di fatto con annessa amica-testimone, ma poi hanno verificato che la richiesta non era in contrasto con i regolamenti comunali vigenti e hanno "immatricolato" la coppia il trio.
Grande soddisfazione a sinistra, naturalmente: Padova un passo avanti al resto d'Italia, Padova attiva i PACS senza aspettare il governo centrale, etc. etc. - un sacco di valutazioni positive e di acritico entusiasmo verso questo superamento del "vecchio" modello di famiglia basato sul matrimonio eterosessuale.
Tutto bene, dunque? Possiamo applaudire il Comune di Padova e le sue scelte, senza se e senza ma?
Forse, a ben guardare, no.
Quello che è successo a Padova è che un Comune ha accettato di riconoscere, attribuendogli diritti, doveri e una qualche forma di personalità giuridica, una "famiglia" composta da tre persone adulte: una che funge da capofamiglia, e due che tecnicamente sono persone "a carico" del(la) capofamiglia.
Questa volta le persone interessate erano tutte e tre appartenenti allo stesso sesso, tre donne adulte: ma cosa succederebbe se domani a Padova si ripetesse la stessa scena, con la stessa identica richiesta di "registrazione", ma avente come protagonisti un uomo e due donne adulte?
La "coppia a tre" verrebbe riconosciuta esattamente come è successo nel primo caso, e come a rigor di logica dovrebbe essere, pena l'accusa di discriminazione in base al sesso dei richiedenti?
Ma, così facendo, il Comune di Padova non riconoscerebbe di fatto la poligamia, cioè una cosa che la legge italiana (giustamente, secondo me) proibisce espressamente?
Davvero niente male, come risultato: a Padova erano partiti con l'idea di realizzare in piccolo, a livello locale, dei "mini-PACS" e ora rischiano di finire per introdurre e/o legittimare la sharia islamica, con tutto quello che ne risulterebbe per le donne (islamiche e non).
E' proprio vero: la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni.

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