mercoledì 31 gennaio 2007

Anche i ricchi piangano - reloaded


Persino Giorgio Cremaschi, segretario generale nazionale della Fiom-Cgil, afferma che "l’incidenza negativa sulle buste paga dell’aumento dell’Irpef locale sommato all’aumento delle tasse sui servizi, comporta una riduzione del reddito netto disponibile per tutti coloro i quali percepiscono redditi oltre i 25 mila euro lordi (pari a circa 1.000-1.100 euro netti al mese di stipendio, NdR), anche se hanno figli a carico e quindi godono degli sgravi previsti dalla finanziaria, nonché per tutti i lavoratori che non hanno carichi familiari, anche se collocati ai livelli più bassi.".

E la UIL, ripresa da La Repubblica:
Un aumento medio del 33 per cento pari a 28 euro per le addizionali comunali Irpef. E' quanto risulta dalle stime elaborate dalla Uil sulla base delle scelte operate da 60 Comuni capoluogo di provincia, che hanno approfittato della possibilità offerta dalla Finanziaria di aumentare le aliquote fino allo 0,8 per cento, e senza il vincolo dello 0,2 per cento annuo. Un dato medio che, precisa subito il segretario confederale Guglielmo Loy, "è come il mezzo pollo di Trilussa", e che tiene conto di realtà molto distanti tra di loro. Si va infatti dall'aumento di 164 euro a Trieste e Siena ai 24 euro di Forlì. Se poi si guarda alle varie classi di reddito le differenze sono ancora più nette, figlie, osserva Loy, "di un federalismo di fatto delle Regioni italiane". Per esempio, ancora a Trieste e Siena la differenza tra addizionale 2006 e 2007 arriva fino a 240 euro per chi ha un reddito lordo di 40.000 euro.

Le scelte dei Comuni
Sui 69 comuni capoluogo presi in esame dall'indagine Uil, 22 (il 36,7 per cento) hanno aumentato l'aliquota. Tra questi, due hanno introdotto l'addizionale per la prima volta. L'aliquota media che verrà applicata quest'anno è dello 0,41 per cento, contro lo 0,3 per cento del 2006. L'aumento più consistente è quello di Trieste e Siena, che passano dallo 0,2 allo 0,8 per cento, ma ci sono aumenti ovunque. Dei 9,2 milioni contribuenti del campione, 4,1 pagheranno di più, e 127.000 pagheranno per la prima volta la maggiorazione Irpef.

L'aggravio delle addizionali regionali
Alle addizionali comunali, rileva ancora la Uil, vanno poi aggiunge quelle regionali, che, sempre rispetto al campione preso in considerazione (le 60 città capoluogo) si traducono in un aumento medio di 137 euro per i contribuenti delle regioni Molise e Sicilia e di 126 euro per quelli dell'Emilia Romagna. Anche i contribuenti dell'Abruzzo, Lazio e Campania, ricorda lo studio, "hanno subito nel 2006 un aumento automatico delle aliquote allo 0,5 per cento, per effetto dello sforamento del deficit sanitario, che si traduce in un aumento medio di 137 euro annui".

Più tasse per la soppressione delle deduzioni
Non è finita: al maggiore carico per i lavoratori dipendenti e i pensionati contribuisce anche la soppressione operata dalla Finanziaria delle deduzioni per carichi di famiglia, sostituite dalle detrazioni d'imposta. "In pratica si pagheranno più tasse - spiega Loy - perchè prima le deduzioni riducevano l'imponibile. Adesso l'aliquota si calcola su tutto il reddito, e solo successivamente opera la detrazione". Risultato, un aumento del 10 per cento del gettito totale a favore di Regioni e Comuni (non mi sorprende, visto che la Finanziaria del governo Prodi ha pure tagliato i fondi agli Enti locali, NdR).

I contribuenti maggiormente penalizzati
Tenendo conto della combinazione tra addizionale regionale e addizionale comunale, gli aggravi sono piuttosto consistenti. A Ravenna in media i contribuenti pagheranno 235 euro in più, a Bologna, Modena, Rimini e Ferrara 208. Ma questi sono valori medi: risultano estremamente penalizzate già le fasce di reddito medio-basse. Per esempio se si considera la fascia di 27.000 euro lordi annui (poco più di 1.100 euro al mese netti, NdR), a Ravenna si pagano 243 euro in più, a Rimini e Modena 216, a Palermo e Parma 189, a Siena 192. Se si guarda alla fascia reddituale di 40.000 euro, gli aumenti possono superare ampiamente i 300 euro.

Annullati i benefici della rimodulazione Irpef
Dal momento che le addizionali non sono progressive, e gravano allo stesso modo sui redditi bassissimi e su quelli altissimi, il risultato, fa notare la Uil, è quello di appiattire gli effetti della rimodulazione dell'Irpef, che si prefiggeva di ridurre la tassazione a favore dei redditi bassi e medi. "In alcuni comuni - spiega Loy - il risparmio ottenibile con la rimodulazione dell'Irpef è a rischio già a partire dalla fascia di reddito di 25.000 euro. Per esempio in Emilia Romagna, o in Molise, e in tutte le regioni che presentano il deficit nella Sanità, e hanno avuto quindi l'aumento automatico dell'addizionale regionale".

E notare che a tutto questo vanno aggiunti gli aumenti del bollo auto (che colpirà oltre il 95% delle automobili circolanti, mica le Bentley cabriolet o i Porsche Cayenne), il raddoppio (ripetete ad alta voce: "raddoppio") dell'IVA sui combustibili per riscaldamento, i ticket sanitari su analisi, radiografie, visite specialistiche, il ticket da pagare al pronto soccorso, l'adeguamento degli estimi catastali che, se fatto seriamente, farà triplicare l'ICI sugli immobili (l'85% delle case in Italia è di proprietà: tutte ville berlusconiane? o anche case acquistate da operai e impiegati coi sacrifici di una vita?), e l'elenco potrebbe continuare ancora...

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