lunedì 2 dicembre 2002

Punto Informatico: un'occasione persa.



Da ieri sera è online il nuovo layout del sito del quotidiano "Punto Informatico"



Rispetto alla versione precedente, adesso il sito è ottimizzato per la risoluzione 800x600 pixel - dimensione fissa, quindi, e tanti saluti al "liquid design".



Il codice è privo di dichiarazione del DOCTYPE e del CHARSET - in questo modo gli user agent, nel dubbio, renderizzano l'HTML usando un "minimo comun denominatore" e vanificando di fatto gli (eventuali) sforzi di chi ha scritto la pagina usando TAG o attributi "recenti"; inoltre la mancanza del CHARSET può provocare problemi nell'interpretazione dei caratteri "estesi".



Anche aggiungendo "a manina" le dichiarazioni del DOCTYPE e del CHARSET le pagine del sito non superano il test del validatore del W3C (World Wide Web Consortium) per l'HTML 4.01 Transitional (in pratica il test più "benevolo" fra quelli disponibili).



Anche il test relativo all'accessibilità delle pagine condotto col validatore Bobby fallisce miseramente: non viene raggiunto neanche il livello di conformità 1 (WCAG level A), il più basso dei tre previsti dalle raccomandazioni del W3C - un risultato imbarazzante, considerato anche che fra meno di un mese entreremo nell'Anno europeo del disabile.



Vi sono poi delle considerazioni più generali legate ai concetti di usabilità e di accessibilità (intesa questa volta come possibilità di accedere ai contenuti della Rete "ovunque, comunque e con qualunque device").



Il mio giudizio complessivo sul sito è fortemente negativo: l'autore sta trattando il Web come se fosse la televisione, o la carta stampata - in pratica, ha sbagliato media.



Il media televisivo ha tempi, modi e usa tecniche diverse dalla carta stampata o dal cinema: lo stesso vale per il Web.



Una trasmissione televisiva può essere vista tranquillamente sia su di un televisorino portatile da 5 pollici che su di un home theater da 50 perché le proporzioni del video sono sempre uguali, rispettano sempre lo stesso standard.



Chi ha il compito di impaginare una particolare rivista o un quotidiano non ha grossi problemi nel collocare fisicamente gli articoli, le foto e le didascalie al loro posto, e questo perché le dimensioni della pagina della rivista o del quotidiano in oggetto gli sono ben note e sono fisse e invariabili.



Il monitor di un computer collegato a Internet non ha delle "proporzioni standard": da un computer all'altro possono cambiare tantissime cose come la risoluzione video, la dimensione dello schermo, il sistema operativo (Windows mostra le immagini a 96 punti per pollice, Macintosh a 72, ad esempio), la palette di colori standard, il numero di colori presenti a video, etc.



Per questo motivo i web designer non danno (non dovrebbero dare) mai delle dimensioni fisse e invariabili a "cose" come i font di caratteri o le colonne e le celle delle tabelle di impaginazione: immagini, oggetti e testi devono fluire liberamente per adattarsi al monitor dell'utente - e all'utente stesso, ovviamente: che succede se sono miope o presbite e voglio ingrandire i caratteri a schermo sfruttando l'apposita funzionalità del mio browser? Semplice: se l'autore della pagina ha dato una dimensione fissa ai caratteri o agli elementi del layout, non ho nessuna possibilità.



Non si può trattare una pagina web come se fosse una pagina del "Corriere della Sera", perché sul Web alcuni utenti leggeranno quella pagina su di un "foglio di carta" grande invece come la pagina standard di "Repubblica", o di "Panorama", o magari di un tascabile in stile "Guida TV"…



L'ideale sarebbe adottare sempre e comunque un layout "liquido", così da permettere a chiunque, indipendentemente dal device che usa per connettersi alla Rete (monitor, sintetizzatore vocale, barra Braille, telefono cellulare GPRS, UMTS o iMode, computer palmare etc.) di potere accedere senza grossi problemi ai contenuti (la parte che conta realmente: grafica e multimedia sono spesso solo un abbellimento, un di più non strettamente necessario, e ancora più spesso risultano essere solo "rumore" inutile).



A questo ovviamente dovrebbe accompagnarsi il rispetto degli standard di qualità del Web, e quindi un codice (x)HTML valido e conforme alle raccomandazioni WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) del W3C - ma questo purtroppo succede molto raramente sul Web, e in particolare sul Web "italiano", ricco di webmaster della domenica e di "esperti" nati dal nulla in 24 ore, come i funghi dopo le prime piogge autunnali...



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