domenica 29 luglio 2007

Per dire


Lo scorso anno la trasmissione "Le Iene", usando un piccolo stratagemma, era riuscita a fare una sorta di "test antidoping" a 50 parlamentari - deputati e senatori di tutti gli schieramenti politici - e un terzo di questi era risultato positivo al test della cannabis o a quello della cocaina.
Immediatamente partì la solita sceneggiata all'italiana, con grande "scandalo", genuina "sorpresa" e immancabile "indignazione" dei più.
Sull'onda degli avvenimenti Pierferdinando Casini, subito affiancato da una ottantina di co-firmatari appartenenti a entrambi gli schieramenti politici, presentò una proposta di legge che prevedeva la possibilità di sottoporre deputati e senatori, nell'esercizio delle loro funzioni, a test in grado di segnalare l'eventuale uso di sostanze stupefacenti, a partire proprio dalla cocaina e dalla cannabis.
All'epoca praticamente tutti, a parole, si dissero d'accordo.
Nei giorni scorsi il provvedimento presentato da Casini è stato sonoramente bocciato da una maggioranza, per una volta, bipartisan: non se ne farà nulla, niente controlli antidoping ai nostri onorevoli parlamentari.
Molti in questi giorni hanno parlato di "tutela della privacy" e di altre nobilissime e rispettabilissime motivazioni ma leggendo di piccoli, banali episodi come questo si capisce meglio il perché della bocciatura.

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