martedì 22 settembre 2009

Ora aspetto l'alzata di scudi della sinistra

Facciamo un gioco: proviamo a sostituire "Obama" con "Berlusconi".

Maurizio Molinari su Lastampa.it:

Più controllo sulle notizie che circolano su Internet e aiuti economici per i giornali flagellati dalla crisi: il presidente americano Barack Obama del consiglio Silvio Berlusconi affronta per la prima volta le difficoltà dell’editoria lasciando capire che immagina una raffica di innovazioni. L’occasione gli è offerta dalle interviste incrociate con il «Pittsburgh Post-Gazette» e «The Blade» alla vigilia del summit del G20 che si terrà a partire da giovedì in Pennsylvania. «Sono un appassionato di giornali» dice subito il presidente, confessando la dipendenza dal mondo della carta stampata, in evidente affanno a causa del calo delle vendite e della pubblicità. Da qui l’intenzione di dedicare tempo e iniziative per «affrontare la sfida» di consentire ai quotidiani tradizionali di continuare a offrire «integrità giornalistica, cronache basate sui fatti e indagini svolte con serietà» occupandosi del nodo di «chi paga per avere tutto questo». Per quanto riguarda il web, invece, la sfida più importante – secondo il presidente – «è il rispetto dell’etica da parte dei nuovi media». Per Obama Berlusconi si tratta di due aspetti della stessa crisi del mondo dell’informazione: ciò che vuole scongiurare è il rischio che il declino dei giornali su carta porti all’affermarsi di una blogosfera «senza controlli» su che cosa viene scritto. … «Sono molto preoccupato per il tipo di informazione che circola nella blogosfera – spiega – dove si trova ogni sorta di informazioni e opinioni senza che vengano verificate, con il risultato di portare gli uni a gridare contro gli altri, rendendo più difficile la comprensione reciproca». Per «verifiche» Obama Berlusconi intende il «fact-checking» ovvero la consuetudine nelle redazioni tradizionali di verificare con cura quanto poi viene pubblicato. Dietro il passo del presidente c’è quello che sta avvenendo su molti blog di Internet, che affrontano il dibattito sulla riforma sanitaria sollevando contro l’Amministrazione Obama il governo di centro-destra accuse che la Casa Bianca il governo Berlusconi ritiene «non aderenti alla realtà», come la volontà di celare dentro la nuova legge cavilli per consentire il finanziamento pubblico degli aborti o l’assegnazione di polizze sanitarie pubbliche agli immigrati illegali.


Rincara Vittorio Sabadin con il titolo: Soccorso al vecchio giornalismo.


Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso di applicare ai giornali in difficoltà lo stesso tipo di aiuti che hanno salvato le banche, con modalità che saranno illustrate nei prossimi giorni. Gli editori, alle prese con una crisi senza precedenti per gravità, non vedevano l’ora che qualcuno li aiutasse. Ma non è per amore dei giornali, che pure ha definito «indispensabili alla buona salute della nostra democrazia», che Obama Berlusconi ha deciso di intervenire. Il fatto è che il presidente americano Berlusconi non ne può più dei blog «pieni solo di opinioni, privi di controllo sui fatti, gestiti da persone che gridano una contro l’altra senza un minimo di comprensione reciproca».
Se la riforma della sanità si è incagliata e non fa passi avanti, pensano alla Casa Bianca, la colpa è dei «blogger» che hanno riempito il web di falsità alle quali alla fine la gente crede. Vedendo all’orizzonte un nuovo mondo nel quale anche la politica sarà giudicata e indirizzata da una blogosfera incontrollata, Obama Berlusconi ha deciso di investire nel vecchio buon giornalismo su carta, che nonostante i suoi difetti garantisce ancora un po’ di serietà. L’illusione che il web avrebbe reso completamente democratico il mondo dei media, marginalizzando i professionisti e garantendo a tutti la possibilità di esprimersi, si è dunque scontrata con la dura realtà.
La maggior parte dei «blogger» non è interessata alla verità, alla verifica delle informazioni che riporta online, al rispetto delle opinioni altrui. E’ animata invece da un furore ideologico nel quale prevalgono, come dice Obama Berlusconi, le approssimazioni e la mancanza di responsabilità, condite con raffiche di insulti contro chiunque non sia d’accordo.
Può darsi che si tratti solo di un problema di gioventù e che la blogosfera riesca prima o poi ad autoregolarsi, come già avviene in molti casi, ma è certo che per ora l’attacco al giornalismo dei professionisti è fallito. Non è vero che il contributo di una moltitudine di voci abbia garantito una migliore comprensione degli eventi: anzi, si è dimostrato vero il contrario.
E’ vero invece che più aumenta il numero di informazioni incontrollate disponibili e più si sente il bisogno di qualcuno che le ordini e che dia loro un senso e una gerarchia, come hanno fatto per secoli e continuano a fare i giornalisti e i giornali.
Resta il problema di dove trovare le risorse per continuare a garantire la qualità dell’informazione, pesantemente minacciata in tutto il mondo da tagli e ristrutturazioni. E tutti sperano che Obama Berlusconi si sia fatto venire qualche buona idea.


Non male, vero? Obama "non ne può più" dei blog "pieni solo di opinioni", dei blogger "animati solo da furore ideologico" che rivolgono al governo e a lui accuse che la Casa Bianca (cioè lui, cioè l'accusato) "ritiene non vere" e di una blogosfera "senza controlli su che cosa viene scritto": insomma, "basta criticare il grande capo", "non disturbate il manovratore", "lasciatelo lavorare": immaginate se a pronunciare queste affermazioni in una, anzi più interviste, fosse stato Berlusconi e non Obama: Grande Fratello! Dittatura Morbida! Fascismo Strisciante! Censura in Rete! Controllo delle Notizie! Imbavagliamento della Blogosfera! Fine della Democrazia!
Aspetto ora le reazioni al Verbo di Obamajesus dai paladini della libbbeertà in Rete, quelli sempre pronti ad attaccare il governo americano - pardon: il governo "dell'Usurpatore nazista Bush" - in passato, anche per molto ma molto meno.


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