martedì 10 marzo 2009

Facciamo che

Facciamo che ai fini di questa storia il Lupo rappresenta la crisi economica, il Cavallo rappresenta l'individuo (cioè voi) e l'Uomo rappresenta lo Stato (cioè ancora "voi" - vogliono farvi credere):
Un cavallo era quotidianamente minacciato da un lupo pericoloso e feroce, e viveva continuamente nel terrore.
Ridotto alla disperazione, decise di procurarsi un forte alleato. Incontrò un uomo e gli propose un patto facendogli notare come il lupo fosse, in fondo, anche un suo nemico.
L'uomo acconsentì e si offrì di uccidere il lupo, purché il suo nuovo amico accettasse di collaborare mettendogli a disposizione la sua grande velocità.
Il cavallo, contento, si lasciò mettere le briglie e la sella. L'uomo gli balzò in groppa, diede la caccia al lupo e lo uccise.
Il cavallo, finalmente liberato dall'incubo, ringraziò l'alleato e disse: "Ora che il nostro nemico è morto toglimi le briglie e rendimi la libertà".
L'uomo rise di cuore e replicò: "Ma che stai dicendo? Hop! Hop!" e diede un colpo di speroni.
In tempi di crisi gli individui hanno la tendenza ad accettare di buon grado o a richiedere essi stessi una maggiore ingerenza dello Stato nelle proprie vite, confidando che esso in quanto Stato possa risolvere magicamente i loro problemi "gestendo", "correggendo", "regolamentando" questo o quell'aspetto della sfera economica.

Questa cessione di sovranità non è però senza conseguenze: più lo Stato incrementa la propria influenza sull'economia, e di riflesso sulla società nel suo insieme, più è tentato di usare questa influenza per regolamentare non solo il modo in cui i cittadini producono, guadagnano, spendono, investono i propri quattrini, ma anche tutti gli altri aspetti della vita: cosa poter dire e cosa no, cosa pensare e cosa no, cosa fare e cosa no, perfino come morire e quando.

Pensateci bene, prima di accettare le briglie, la sella e gli speroni.

"Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza. "
(Benjamin Franklin, dalla Risposta al Governatore, Assemblea della Pennsylvania, 11 novembre 1755; in The Papers of Benjamin Franklin, ed. Leonard W. Labaree, 1963, vol. 6, p. 242)

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