martedì 24 aprile 2007

Il labile confine tra ecologista e zozzone

Un confine che forse qualcuno ha già superato:
I CONSIGLI DI FULCO PRATESI- Una situazione non facile (la prevista siccità estiva, NdR). Che ha bisogno di rimedi. Un po’ provocatoriamente (o per davvero?), il presidente del WWF Fulco Pratesi offre alcuni suggerimenti. Come limitare l’uso del water, fare un solo bagno alla settimana, evitare di lavarsi i denti appena alzati o tenere le camicie per più di una giornata. Non solo: “D'inverno i calzini possono aspettare tre giorni, d'estate meno, soprattutto se si calzano le scarpe di gomma. Forse le mie camicie sono meno candide ma le preferisco ai cumuli candidi di schiuma che intasano canali e fiumi, a causa di saponi e detersivi”. A pranzo? “Scarpetta” sull’unico piatto, da lavare sotto un filo d’acqua e meno lavastoviglie, solo a pieno carico. La morale: “un minimo residuo di cibo eventualmente rimasto sul piatto sia più sano delle tracce di prodotti chimici, che oltretutto finiscono nei fiumi e in mare”. Più i consigli per la notte, con poco liquido utilizzato per lavare ascelle e “parti basse”.

Ineccepibile il commento di Giuseppe Morello:

D’accordo che siamo in emergenza idrica, la siccità è alle porte, ma il vademecum suggerito dal presidente del WWF Italia sul Corriere ci sembra demenziale, oltre che socialmente pericoloso. Per risparmiare acqua Fulco Pratesi racconta le sue turpi abitudini: non fa la doccia tutti giorni, ma un bagno al sabato, forse perché ama coltivare muffe rare sotto le ascelle; non si lava i denti la mattina, ma solo dopo i pasti, ma vorremo sapere come fa ad andare in giro con la bocca impastata e i denti felpati.

Ma la vera zozzeria si celebra con i ricambi: camicie cambiate dopo tre giorni, mutande anche qualcosa in più, la canottiera gli dura una settimana (forse prima che gli si sbricioli addosso per effetto dei batteri). Non a caso confessa che sua moglie lo considera uno zozzone (e come darle torto?), perché non usa la lavastoviglie, si lava la sera con poca acqua, non usa deodoranti. Pratesi non è un uomo, è una bomba chimica, un’arma di distruzione di massa ambulante su cui dovrebbe intervenire l’Onu, un kamikaze imbottito di tarzanelli che dovrebbe autodenunciarsi all’Ufficio Igiene della sua Asl.

È ammirevole l’impegno di Pratesi, anche se la sua inclinazione a trascurare l’igiene non ricade solo su di lui ma anche su chi gli sta attorno. Si fanno tante storie sul fumo, ma nessuno considera i danni dello sporco passivo. Il problema sollevato da Pratesi è ovviamente serio, ma non si capisce perché l’ambientalismo sappia proporre solo il ritorno ad abitudini medievali e contadine. Insomma, ci sarà pure un modo di salvare il pianeta senza obbligarsi a puzzare come una discarica?


Bene, la prossima volta che salirete su di un treno, un autobus o un vagone della metro e sarete accolti da un cocktail di effluvi tamarri in stile "l'omm ha da puzzà" rivolgete pure un pensiero colmo di gratitudine a questo eroe della causa ecologista e ai suoi epigoni.

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