martedì 2 giugno 2009

Disastro Air France

Il volo AF 447 decollato dall'aeroporto "Tom Jobim" di Rio de Janeiro e diretto al "Charles De Gaulle" di Parigi è scomparso in pieno Oceano Atlantico, in una zona troppo lontana dalla costa sudamericana e da quella africana per essere coperta dai radar. A bordo anche una decina di nostri connazionali: in totale a bordo del volo Air France c'erano 216 passeggeri e 12 membri di equipaggio.

Il pilota aveva segnalato forti turbolenze di prua, sulla rotta del jet, ma nessun problema a bordo.
L'ultima comunicazione partita dall'Airbus della compagnia aerea francese è stata una trasmissione automatica che segnalava "un guasto al circuito elettrico", ma altri messaggi automatici pure previsti in caso di avaria non sono mai partiti, il che secondo le autorità starebbe a indicare che il disastro si è consumato in tempi brevi.

In un primo tempo Air France aveva avanzato l'ipotesi che l'Airbus fosse stato colpito da un fulmine, ma francamente si tratta di una ipotesi poco credibile: gli aerei sono perfettamente attrezzati contro questa eventualità, e anche i serbatoi del carburante (che si trovano nelle ali) sono adeguatamente isolati.

Se l'unica cosa che gli strumenti di bordo sono riusciti a segnalare prima di tacere è stata una failure all'impianto elettrico, è molto improbabile che questa sia stata provocata da un fulmine: io non scarterei a priori l'ipotesi di una esplosione a bordo, che avrebbe potuto produrre lo stesso effetto e contestualmente la depressurizzazione dell'aereo (che volava a 11.000 metri di quota) e quindi la sua rapida distruzione in volo.

Anche questa, secondo me, allo stato attuale è una possibilità: speriamo sia possibile recuperare le scatole nere dell'aereo, al fine di chiarire la dinamica del disastro.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.