giovedì 2 ottobre 2008

Avere la faccia come il Lato B

Spike Lee presenta un film che non ricalca passo passo la lettura della storia fatta dall'ANPI, e subito scatta la condanna, l'ostracismo e il fuoco di sbarramennto degli eroici partigiani che scrivono sui giornali antropologicamente e moralmente superiori.

Scrive Bocca nella sua reazione al film di Spike Lee che:
Chi è stato partigiano sarà "suscettibile" ma capisce che il vento è cambiato, che il rispetto e la riconoscenza per chi ha messo a rischio la sua vita per la libertà di tutti, hanno lasciato il campo alla diffamazione e alla ostilità.

E' un cambiamento sgradevole ma prevedibile. Un giorno della primavera del '45 ero assieme a Livio Bianco sul monte Tamone in val Grana da cui si vede la pianura e la città di Cuneo. Indovinando il mio pensiero Livio disse: "Andrà già bene se non ci metteranno in galera". I prudenti, i vili, la maggioranza non perdonano alle minoranze di aver avuto coraggio o semplicemente il senso di un dovere civico.

Insomma Bocca nel '45 era uno dei "coraggiosi", o di quelli semplicemente "muniti di senso civico". O, potrebbe pensare qualcuno leggendo il Bocca degli anni precedenti, era uno di quelli che avevano capito da che parte tirava il vento, e si erano adeguati.

Sono infatti questi i classici antifascisti della prima, anzi della "primissima" ora (soi-disant), i soliti Bocca, Scalfari e compagnia cantante: gli stessi Bocca e Scalfari che prima dell'8 Settembre 1943, durante il Ventennio, con grande sprezzo del pericolo e sincero amore per la libertà e la democrazia tuonavano coraggiosamente contro il regime fascista, ad esempio così:

"Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea, in un tempo non lontano, di essere lo schiavo degli ebrei?"
(Giorgio Bocca, La provincia Granda, Agosto 1942)

"Un impero del genere è tenuto insieme da un fattore principale e necessario: la volontà di potenza quale elemento di costruzione sociale, la razza quale elemento etnico, sintesi di motivi etici e biologici che determina la superiorità storica dello Stato nucleo e giustifica la sua dichiarata volontà di potenza".
( Eugenio Scalfari, 1942)

"Gli imperi moderni quali siamo noi, li concepiamo e sono basati sul cardine 'Razza', escludendo pertanto l’estensione della cittadinanza da parte dello stato nucleo alle altre genti".
(Eugenio Scalfari, "Roma Fascista", settimanale, 24 settembre 1942)

Adesso sono lì a fare gli antifascisti DOC, a condannare qualunque rappresentazione della guerra civile italiana che non sia la loro e a denunciare la "deriva nazi-fascista e razzista" e il "pericolo per la democrazia" di uno Stato che "prende le impronte ai bambini rom" (cosa giudicata dalla UE perfettamente lecita e in linea con le sue normative) e "si rifiuta" di concedere la cittadinanza agli stranieri (tutti, anche quelli non integrati e non integrabili) in cinque anni anziché dieci: complimenti.

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