In realtà è stato assolto anche grazie al fatto che l'accusa non è riuscita a dimostrare che fosse un hacker nel senso stretto del termine, ma al di là dei cavilli giuridici resta il fatto che il 23enne Avi Mizrahi si è comportato nel pieno rispetto del codice etico dei veri hacker: una volta rilevate alcune falle di sicurezza nel sito del Mossad, anziché ignorare il problema o tentare di approfittare in qualche modo della situazione ha segnalato la cosa ai servizi di intelligence isaraeliani, mettendoli così in grado di porre rimedio.
Il giudice Abraham Tennenbaum non solo ha riconosciuto la buona fede del ragazzo, ma lo ha pure elogiato per avere agito nel pubblico interesse:
"In un certo modo - ha scritto il giudice - i surfer internet che controllano le vulnerabilità sui siti web agiscono nel pubblico interesse. Se le loro intenzioni non sono malevole e non causano danni, dovrebbero persino essere elogiati".Complimenti al giudice, che con questa sentenza ha fatto onore all'intera categoria, e complimenti al giovane Avi, d'ora in poi hacker honoris causa.
Fonte: Punto Informatico.
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