Oggi ho comprato la mia prima (e ultima) copia de L'Indipendente, il quotidiano diretto da Giordano Bruno Guerri (ieri era andato subito esaurito, grazie anche al fatto che - almeno qui a Mestre - ne erano state distribuite un paio di copie per edicola).
Cito dalla prima pagina:
Non si tratta di essere forcaioli (ma no, certo... NdR), come la sinistra e i sofriani di destra vogliono farci credere: possiamo anche essere favorevoli alla grazia per il raffinato intellettuale galeotto (sic, NdR), se il medesimo si adatta a chinare un po' la testa.Ma caro GBG, il punto è proprio questo: Adriano Sofri ha sempre, fin da subito, riconosciuto l'autorità dello Stato, e ha sempre riconosciuto e accettato l'autorità della Magistratura: a differenza dei vari Scalzone e Battisti, trasferitisi da tempo immemorabile in Francia a vivere la vita del "rifugiato politico" (magari anche un po' martire, perché no?), Sofri non è scappato, non ha cercato in nessun modo di sottrarsi al processo, non ha mai contestato il diritto dei magistrati a giudicarlo; al tempo stesso, non ha mai smesso di dichiararsi innocente e, coerentemente, si è rifiutato e si rifiuta tuttora di chiedere la grazia per un reato che non ha commesso.
Non si pretende neanche che riconosca chissacché, basterebbe che con la richiesta di grazia riconoscesse automaticamente lo Stato e la sua autorità.
Non gli va? Rimanga in carcere per tutto il tempo che gli resta.
Secondo L'Indipendente, se Sofri chiedesse la grazia ammettendo un reato che non ha commesso al semplice fine di uscire di galera, le cose andrebbero automaticamente a posto, e nessun ostacolo si frapporrebbe più fra lui e la libertà.
Come dire: rinuncia alla tua dignità, sii schiavo dentro, abbraccia una visione del mondo in cui allo Stato di diritto si sostituisce il diritto dello Stato di imporre ai suoi sudditi comportamenti umilianti e degradanti, vendi la tua anima al diavolo e verrai premiato, diventerai un "bravo cittadino" degno di camminare liberamente per strada, fra (gli schiavi) tuoi simili.
Bene... direi che con questo termina il mio rapporto, breve ma intenso, col quotidiano di Guerri: nonostante le campagne pubblicitarie dei mesi scorsi, infatti, continuo a non ritenere che sia mio dovere fare da volano all'economia nazionale distribuendo i miei sudati quattrini a cani e porci - sarò poco patriottico, forse, ma continuo a ostinarmi a essere selettivo.
Ah, a proposito: oggi il Corriere della Sera intervista l'"intellettuale galeotto". Da leggere.
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