Secondo la Corte d'Appello USA bloggers, operatori di siti web non-commerciali, editor e gestori di mailing list non possono essere accusati di diffamazione a causa del contenuto delle informazioni che ripubblicano citandole da altre fonti.
La sentenza stabilisce una differenza cruciale fra i media tradizionali su Internet e gli "editori fai-da-te" come i titolari di weblog:
"One-way news publications have editors and fact-checkers, and they're not just selling information - they're selling reliability, -- said Cindy Cohn, legal director of the Electronic Frontier Foundation. -- But on blogs or e-mail lists, people aren't necessarily selling anything, they're just engaging in speech. That freedom of speech wouldn't exist if you were held liable for every piece of information you cut, paste and forward."Insomma, negli Stati Uniti d'ora in poi perseguire (o minacciare di perseguire) il titolare di un blog o di una mailing list sarà molto più difficile che perseguire il responsabile di una testata giornalistica "ufficiale".
The court based its decision on a section of the 1996 Communications Decency Act, or the CDA. That section states, "... no provider or user of an interactive computer service shall be treated as the publisher or speaker of any information provided by another information content provider."
Link: articolo su Wired News.
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