“Yes, of course. A national holiday, in this country, cannot have an exclusively religious meaning. The secular meaning of the Christmas holiday is wider than the tenets of any particular religion: it is good will toward men—a frame of mind which is not the exclusive property (though it is supposed to be part, but is a largely unobserved part) of the Christian religion.
The charming aspect of Christmas is the fact that it expresses good will in a cheerful, happy, benevolent, non-sacrificial way. One says: “Merry Christmas”—not “Weep and Repent.” And the good will is expressed in a material, earthly form—by giving presents to one’s friends, or by sending them cards in token of remembrance … .
The best aspect of Christmas is the aspect usually decried by the mystics: the fact that Christmas has been commercialized. The gift-buying … stimulates an enormous outpouring of ingenuity in the creation of products devoted to a single purpose: to give men pleasure. And the street decorations put up by department stores and other institutions—the Christmas trees, the winking lights, the glittering colors—provide the city with a spectacular display, which only “commercial greed” could afford to give us. One would have to be terribly depressed to resist the wonderful gaiety of that spectacle.”
— Ayn Rand, The Objectivist Calendar, Dec. 1976
venerdì 24 dicembre 2010
Wikileaks, D'Alema: "la magistratura minaccia lo Stato italiano"
Quando lo dice Berlusconi "ovviamente" sono le farneticazioni di un vecchio pazzo criminale (rivolgersi a Travaglio e Di Pietro per i dettagli); peccato che praticamente le stesse cose le pensi - e le dica, pure - Massimo D'Alema.
"Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l'ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha detto lo scorso anno all'ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura e' la piu' grande minaccia allo Stato italiano". Lo scrive l'ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, in un cable del 2008 targato Wikileaks e pubblicato da El Pais (fonte: ANSA).
Non la mafia; non il terrorismo interno o internazionale: la magistratura.
Bene, vedremo se Repubblica e Il Fatto pubblicheranno con la dovuta enfasi anche questa notizia o se, dal momento che non contiene attacchi a Berlusconi, decideranno di soprassedere - e poi: una critica alla Sacra E Infallibile Magistratura Italiana: che vergogna, signora mia!
Bene, vedremo se Repubblica e Il Fatto pubblicheranno con la dovuta enfasi anche questa notizia o se, dal momento che non contiene attacchi a Berlusconi, decideranno di soprassedere - e poi: una critica alla Sacra E Infallibile Magistratura Italiana: che vergogna, signora mia!
giovedì 23 dicembre 2010
lunedì 20 dicembre 2010
Minority Report
Ieri Gasparri ha detto una cosa molto grave, spero in buonafede.
Ha detto, parlando delle preannunciate manifestazioni di protesta a Roma in coincidenza col voto finale sulla riforma Gelmini, che occorrerebbe fare come il 7 Aprile 1979, compiendo degli "arresti preventivi" per separare i facinorosi dai manifestanti pacifici.
In realtà quel 7 Aprile 1979 Calogero e altri magistrati disposero l'arresto di un gruppo di militanti di estrema sinistra, considerati vicini o addirittura organici alle formazioni terroristiche comuniste, dopo mesi e mesi di indagini; non decisero certo l'arresto su due piedi e in previsione di reati futuri ma ipotizzando reati già commessi o in corso di svolgimento da parte degli inquisiti.
Non ci fu quindi nessun "arresto preventivo", questo deve essere chiaro: Gasparri, a voler essere generosi, ricorda male i fatti di allora.
Oltre tutto, solo Gasparri pare essere convinto del fatto che in un Paese civile si possano arrestare delle persone con la motivazione che in futuro potrebbero commettere dei reati: forse è rimasto impressionato dal film "Minority report", fino al punto da confonderlo con la realtà.
Mio padre mi raccontava dei tempi del fascismo e del modo sbrigativo in cui veniva garantito l'ordine e la tranquillità: quando Mussolini si apprestava a visitare una città le autorità locali provvedevano a mettere temporaneamente in gattabuia tutte le potenziali "teste calde", e a rilasciarle solo dopo che il Duce era ripartito. Questa pratica, naturalmente, era ed è tuttora comune anche nei regimi comunisti.
Il fatto che Gasparri sia nato e cresciuto politicamente nello stesso ambiente fascistoide dell'allora "camerata" Gianfranco Fini (MSI-AN) forse spiega in parte la sua uscita, ma non la giustifica.
Vedo comunque con soddisfazione che il centrodestra nel suo complesso, dai ministri Maroni e La Russa ai principali esponenti di Lega e PdL, ha respinto al mittente la proposta di Gasparri: bene, ben fatto.
Ha detto, parlando delle preannunciate manifestazioni di protesta a Roma in coincidenza col voto finale sulla riforma Gelmini, che occorrerebbe fare come il 7 Aprile 1979, compiendo degli "arresti preventivi" per separare i facinorosi dai manifestanti pacifici.
In realtà quel 7 Aprile 1979 Calogero e altri magistrati disposero l'arresto di un gruppo di militanti di estrema sinistra, considerati vicini o addirittura organici alle formazioni terroristiche comuniste, dopo mesi e mesi di indagini; non decisero certo l'arresto su due piedi e in previsione di reati futuri ma ipotizzando reati già commessi o in corso di svolgimento da parte degli inquisiti.
Non ci fu quindi nessun "arresto preventivo", questo deve essere chiaro: Gasparri, a voler essere generosi, ricorda male i fatti di allora.
Oltre tutto, solo Gasparri pare essere convinto del fatto che in un Paese civile si possano arrestare delle persone con la motivazione che in futuro potrebbero commettere dei reati: forse è rimasto impressionato dal film "Minority report", fino al punto da confonderlo con la realtà.
Mio padre mi raccontava dei tempi del fascismo e del modo sbrigativo in cui veniva garantito l'ordine e la tranquillità: quando Mussolini si apprestava a visitare una città le autorità locali provvedevano a mettere temporaneamente in gattabuia tutte le potenziali "teste calde", e a rilasciarle solo dopo che il Duce era ripartito. Questa pratica, naturalmente, era ed è tuttora comune anche nei regimi comunisti.
Il fatto che Gasparri sia nato e cresciuto politicamente nello stesso ambiente fascistoide dell'allora "camerata" Gianfranco Fini (MSI-AN) forse spiega in parte la sua uscita, ma non la giustifica.
Vedo comunque con soddisfazione che il centrodestra nel suo complesso, dai ministri Maroni e La Russa ai principali esponenti di Lega e PdL, ha respinto al mittente la proposta di Gasparri: bene, ben fatto.
martedì 14 dicembre 2010
Il governo passa sia al Senato che alla Camera
Fiducia 314, sfiducia 311, astenuti 2: complimenti al Compagno Fini, veramente un grande politico e un abile stratega :D
martedì 30 novembre 2010
Credit where credit is due
Sedici anni di propaganda faziosa di sinistra mi stanno facendo effettivamente cambiare idea: da liberale a conservatore. Complimenti...
Ora, poi, che c'è questo, sento che potrei diventare un fan di Putin e dei suoi metodi.
Ora, poi, che c'è questo, sento che potrei diventare un fan di Putin e dei suoi metodi.
lunedì 22 novembre 2010
Un Bocchino al giorno leva Fini di torno
Dall'ANSA apprendo che Italo Bocchino ha dichiarato che in caso di elezioni Berlusconi non potrà usare il nome e il simbolo del PdL "perché sono in comproprietà con Fini".
La cosa interessante, però, è un'altra: Bocchino ha aggiunto che Berlusconi non potrà neanche utilizzare il nome "il vero centrodestra" perché, udite udite,
A questo punto c'è ancora qualcuno, fra gli elettori del centrodestra, che dubita del fatto che la rottura - il vero e proprio tradimento degli elettori del PdL e del mandato da loro conferito anche a Fini, prima ancora che di Berlusconi - sia stata voluta e progettata a tavolino da Fini, contro ogni buonsenso, contro gli interessi del centrodestra e dei suoi elettori e ancora prima contro gli interessi della governabilità e quindi del Paese?
Ora, grazie a Bocchino, abbiamo la conferma ufficiale del fatto che Fini non è altro che un viscido individuo, un omuncolo, un quaquaraqua che per motivi di invidia e di odio personale - resosi conto di essere destinato a rimanere un eterno numero due, o peggio- non ha esitato a tradire il mandato ricevuto dai suoi elettori e a gettare il Paese in una crisi di cui non si sentiva proprio il bisogno.
Sarebbe questo "il vero centrodestra" registrato "già dal 17 Maggio" (sic) "presso l'ufficio marchi e brevetti" (ri-sic)?
Ho come l'impressione che stabilirlo non spetti né a Fini nè al suo Bocchino personale né a un burocrate del suddetto ufficio ma agli elettori, come si usa in democrazia: solo andando al voto potremo stabilire chi rappresenti il "vero" centrodestra, e se gli elettori si riconoscono davvero nel "Futuro" e nella "Libertà" in versione finiana: un "futuro" di inciuci da Prima Repubblica, accompagnato dalla "libertà" di essere succubi di Bersani o Vendola - noti esponenti del "vero centrodestra", giusto?
La cosa interessante, però, è un'altra: Bocchino ha aggiunto che Berlusconi non potrà neanche utilizzare il nome "il vero centrodestra" perché, udite udite,
"dal 17 maggio scorso 'il vero centrodestra' e' stato registrato da noi all'ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in piu' che prova che il suo non sara' il vero centrodestra italiano"Dal 17 Maggio: da subito dopo la vittoria del PdL e del centrodestra alle amministrative; dal 17 Maggio: mesi e mesi prima della rottura ufficiale col PdL e con Berlusconi e del patetico tentativo di accollarne la responsabilità ("che fai, mi cacci?") a quest'ultimo.
A questo punto c'è ancora qualcuno, fra gli elettori del centrodestra, che dubita del fatto che la rottura - il vero e proprio tradimento degli elettori del PdL e del mandato da loro conferito anche a Fini, prima ancora che di Berlusconi - sia stata voluta e progettata a tavolino da Fini, contro ogni buonsenso, contro gli interessi del centrodestra e dei suoi elettori e ancora prima contro gli interessi della governabilità e quindi del Paese?
Ora, grazie a Bocchino, abbiamo la conferma ufficiale del fatto che Fini non è altro che un viscido individuo, un omuncolo, un quaquaraqua che per motivi di invidia e di odio personale - resosi conto di essere destinato a rimanere un eterno numero due, o peggio- non ha esitato a tradire il mandato ricevuto dai suoi elettori e a gettare il Paese in una crisi di cui non si sentiva proprio il bisogno.
Sarebbe questo "il vero centrodestra" registrato "già dal 17 Maggio" (sic) "presso l'ufficio marchi e brevetti" (ri-sic)?
Ho come l'impressione che stabilirlo non spetti né a Fini nè al suo Bocchino personale né a un burocrate del suddetto ufficio ma agli elettori, come si usa in democrazia: solo andando al voto potremo stabilire chi rappresenti il "vero" centrodestra, e se gli elettori si riconoscono davvero nel "Futuro" e nella "Libertà" in versione finiana: un "futuro" di inciuci da Prima Repubblica, accompagnato dalla "libertà" di essere succubi di Bersani o Vendola - noti esponenti del "vero centrodestra", giusto?
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