venerdì 3 settembre 2010

L'onestà intellettuale, questa sconosciuta

Così Rosi Bindi, riportata dall'ANSA:
'Se Berlusconi e Lega dovessero portare il Paese alle terze elezioni in 6 anni, proporremo al Fli un'alleanza per la democrazia', dice Bindi.
Insomma, secondo la Bindi sono PdL e Lega quelli che dovrebbero portare il Paese "alle terze elezioni in sei anni": guarda caso, le cose non stanno così.

Nel 2006 sono state semmai la Costituzione e la fine fisiologica della legislatura iniziata nel 2001 a "portare alle elezioni": che vuole la Bindi da Pdl e Lega? Accusa forse questi partiti di avere rispettato la Costituzione?

Nel 2008 è stata la pagliaccesca armata Brancaleone (dagli ex-DC ai comunisti filo-cubani) guidata da Prodi e di cui faceva parte anche la Bindi a collassare e a costringere il Paese a tornare alle urne: che vuole la Bindi da PdL e Lega? Accusa forse questi partiti di non essere corsi in soccorso della sua maggioranza di (s)governo, della sua cricca di incapaci?

Oggi non sarebbero, eventualmente, PdL e Lega a "portare" il Paese alle elezioni, ma il tradimento degli elettori e del programma di governo consumato dall'ex-fascista (e futuro alleato, sembra, dell'ex-democristiana Bindi e dell'ex - o "post" - comunista Bersani) Fini: ancora una volta, di che parla la Bindi?

Possibile che non riesca ad aprire bocca senza vomitare tutte le volte bestialità e vere e proprie menzogne propagandistiche? Davvero qualcuno in Italia sarebbe disposto a comprare un'auto usata da una persona simile, o ad affidarle in cabina elettorale il destino del Paese?

Ancora una volta la Bindi si conferma non solo più bella che intelligente, ma anche più intelligente che intellettualmente onesta.

venerdì 27 agosto 2010

Superato (di nuovo) il limite della decenza

“Quando ci sono delle espulsioni, ci sono delle sofferenze - osserva mons. Marchetto parlando dei rimpatri di comunità rom decisi dal governo francese -, e io non posso certo rallegrarmi delle sofferenze di queste persone, in particolare quando si tratta di persone deboli e povere che sono perseguitate, che sono vittime anch’esse di un ‘olocausto’ e vivono sempre fuggendo da chi dà loro la caccia”.

Per questi pagliacci 700 immigrati illegali/indesiderabili espulsi dal kattivo Sarkozy sono “un olocausto”, 400.000 immigrati (oltre 571 volte tanti) espulsi da San Obama esattamente per gli stessi motivi non fanno notizia, non vale neanche la pena di farvi cenno di sfuggita - ma loro, però, non sono “né di destra né di sinistra”, per carità.
Ipocriti buffoni.

venerdì 6 agosto 2010

Aveva ragione Orwell

Aveva ragione Orwell: tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.

Ad esempio i tori catalani.

La notizia ANSA: "Palio Siena, Brambilla: potremmo farne a meno per animali"

"Se la Catalogna ha rinunciato alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio": é quanto ha riferito il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla nel corso di un incontro con la stampa a Palazzo Chigi. "Il Palio di Siena - ha spiegato il ministro - è la manifestazione di questo tipo più famosa, ma ci sono altre iniziative che prevedono l'uso di cavalli, asini e anche oche che spesso sono crudeli con questi animali e ormai non hanno certamente più senso. E di cui anzi - ha aggiunto - potremmo volentieri farne a meno".

Ora, da sempre gli animalisti italiani sono contrari alle manifestazioni come il Palio per gli stessi motivi: sfruttamento a fini commerciali degli animali, a costo di fargli correre rischi quali l'azzoppamento o la soppressione. Non mi risulta che il sindaco di Siena o altri esponenti della sinistra abbiano mai protestato per questo, o minacciato denunce contro gli animalisti.

In Spagna la Catalogna ha messo al bando da pochi giorni le corride: plauso fra animalisti e progressisti italiani in generale.

Ecco invece la reazione di uno dei suddetti "progressisti" (?) alle parole della Brambilla:

"Chi segue il turismo si dovrebbe preoccupare di conoscere il Palio e di capire quanto questa manifestazione sia davvero veicolo di promozione del nostro paese. E' davvero incredibile che invece un ministro italiano rilasci dichiarazioni come questa, del tutto priva di fondamenti, mai era accaduto in precedenza. Questa sì che è una vergogna per il nostro paese e un attacco a tutta nostra città". Lo ha detto, in una nota, il sindaco di Siena Maurizio Cenni (PD) commentando quanto dichiarato dal ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla. "Il Comune di Siena - aggiunge Cenni - adirà alle vie legali se risulteranno confermate le affermazioni del ministro Brambilla relative al maltrattamento e sfruttamento degli animali collegate al Palio di Siena. Inoltre, il Palio è di tutta la città, la politica ha un altro ruolo. In questo senso mi aspetto che le forze politiche senesi che si riconoscono nell'attuale governo prendano distanza e che si indignino per le dichiarazioni del ministro". 
E' ufficiale, quindi: i tori catalani sono più uguali dei cavalli o degli asini (parlo di quelli a quattro zampe) italiani.

Insomma: per l'Asinistra di casa nostra se in Spagna la "democratica e progressista Catalunya" vieta le corride è un segno di civiltà, se in Italia un ministro del "Reggime Fascista di Abberlusconi" osa pensare a qualcosa di simile "deve vergognarsi", e il Comune di Siena minaccia subito "le vie legali".

Ah, la passione tutta fascio-comunista e totalitaria della sinistra italiana per le manette e i tribunali;
ah, l'ipocrisia e il doppiopesismo di chi si aggrappa a qualunque pretesto per demonizzare il nemico...


venerdì 30 luglio 2010

Berlusconi-Fini (yawn)

Avevo pensato di scrivere un post sulla rottura Berlusconi-Fini (o meglio, sulla cacciata - sacrosanta - di Fini da parte di Berlusconi) ma ho deciso di soprassedere. Oggi sarà un tema più che abusato, sia fra i blogger di destra che di sinistra: non penso che sia così essenziale, quindi, far aumentare la quantità di commenti (e di fuffa) che verrà prodotta in rete.

Al massimo sarà interessante farsi un giro sui blog per leggere le varie reazioni: immagino che a sinistra prevarrà la tesi "nel PdL non c'è democrazia" (senti chi parla), mentre a destra scatterà la resa dei conti fra finiani e berlusconiani.

Mi aspetto che volino parole grosse e accuse incrociate fra i separati in casa del centrodestra, mentre a sinistra sarà tutto un beatificare il "compagno Fini", ora ufficialmente anche "martire della democrazia", e un denunciare la "deriva autoritaria" del PdL e in generale dell'intero Paese - in particolare, mi aspetto degli autentici acuti da parte dei dipietristi e del popolo rosso-viola: sono certo che sapranno superare se stessi.

Insomma, le solite cose, le solite miserie, il solito chiacchiericcio da bar sport: che barba che noia che noia che barba.

venerdì 9 luglio 2010

Sullo sciopero di oggi

Questo sciopero contro la legge sulle intercettazioni proposta dal governo non ci convince. Non è che ci piaccia la legge in questione (ma a proposito, quale legge? E’ già cambiata più volte, ed è poco probabile che il testo esca dal secondo vaglio di Montecitorio uguale a come ci è entrato), ma ci piace ancor meno l’idea di difendere uno status quo inaccettabile in nome di interessi di corporazione travestiti da princìpi fondanti della democrazia.

Non ci piace l’idea di una battaglia ingaggiata per difendere il diritto della magistratura a trasgredire quotidianamente la legge, non quella futura ma quella che già c’è e che imporrebbe di disporre le intercettazioni “solo in presenza di gravi indizi di reato” e solo quando “assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini”.

Non ci piace l’idea di scioperare per difendere il diritto della nostra corporazione, quella dei giornalisti, di trasgredire a sua volta leggi e disposizioni del garante della Privacy per pubblicare intercettazioni più o meno pruriginose non nell’ “interesse pubblico” ma in quello privatissimo delle proprie vendite o, peggio, delle convenienze dei rispettivi editori.

Meno di tutto, forse, ci piace l’idea di spalleggiare servizi segreti, che in questa battaglia sono la parte in causa meno vistosa ma certo non la meno coinvolta, impegnati a far barriera a protezione di quell’arma preziosa per colpire a loro piacimento che sono state negli ultimi anni le intercettazioni.

Ci sembra che in questo paese di motivi per scioperare, scendere in piazza, farsi sentire e protestare a voce altissima ce ne sarebbero a centinaia, e ci lascia un po’ allibiti che vengano puntualmente trascurati da tutti per lasciare spazio a una guerra, quella fra il governo di Silvio Berlusconi e la santa alleanza di togati, giornalisti e 007 che con gli interessi reali di questo paese non ha nulla a che spartire, ma che con la difesa della libertà di stampa e della democrazia c’azzecca anche di meno.


via Gli Altri

Al di là della ottusa, intollerante, forcaiola sinistra “antropologicamente superiore”, totalitaria e fascistoide, esiste ancora una sinistra pensante e ragionante, non manichea e non governata da riflessi pavloviani: una buona notizia, per tutti.

giovedì 1 luglio 2010

Düra minga: düra no.

Così diciamo a Milano, ed è un po' l'equivalente del "non mangiare il panettone" (o la colomba).

Qui è riferito alla legislatura: secondo me nel giro di al massimo diciotto mesi (diciamo entro la fine del 2011) si tornerà a votare. Forse anche prima.