Non appena si è sparsa la notizia dell'arresto di Provenzano è scattato il solito festival della dietrologia un tanto al chilo, a conferma del fatto che gli italiani proprio non si rassegnano a vivere in un mondo dove quello che appare bianco potrebbe davvero (pensate un po') essere bianco e quello che appare nero potrebbe davvero essere nero - troppo facile, si capisce, troppo naîve, troppo da sempliciotti e gli italiani, si sa, sono tutti furbissimi, sanno tutto, vedono tutto, capiscono tutto, a loro non la si fa, nascono già imparati...
Siamo alle solite, insomma, alla solita cultura italiana del complotto e del cui prodest: se lo arrestano adesso, perché lo arrestano adesso; se lo arrestavano sabato, perché l'hanno arrestato sabato; se non lo arrestavano proprio, e come mai non riescono ad arrestarlo dopo 40 anni...
La stessa cosa, mutatis mutandis, che fanno quelli che a ogni inchiesta della magistratura su Berlusconi, Previti, Mediaset si chiedono immancabilmente: come mai proprio ora, prima (durante, dopo) la campagna elettorale per le amministrative (europee, politiche)? Coincidenza???
E se poliziotti e magistrati, in questo come in altri casi, in realtà non avessero fatto altro che fare il proprio lavoro, con le difficoltà, i ritardi, i passi falsi, gli errori madornali, le improvvise alzate d'ingegno e i colpi di fortuna che nel loro lavoro ci stanno tutti?
No, eh? Troppo facile, agli italiani non la si fa, certo....
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