"i quesiti parziali non producono alcun Far West. Infatti vi sono almeno 16 divieti che rimarrebbero in piedi anche col successo pieno dei sì. [..]
Resterebbe in piedi il cuore dell'art. 5, la base fondamentale di tutti i limiti, che consente l'accesso a coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambe viventi. In un colpo solo sono vietati:
1) l'accesso ai single,
2) ai minorenni,
3) alle coppie omosessuali,
4) le mamme-nonne,
5) la fecondazione post portem.
Nell'art. 9 sbucano i divieti 6 e 7 che fungono da ulteriori paracadute (sia pure minimi) quando si ammetta l'eterologa (fatta all'estero):
6) divieto di disconoscimento di paternità, e
7) divieto per il donatore di acquisire relazioni giuridiche col nato.
Giungiamo all'art. 12:
8) proibisce la commercializzazione di gameti o embrioni,
9) proibisce l'utero in affitto,
10) proibisce la clonazione umana". [..]
Nell'art. 13 troviamo:
11) la ricerca deve perseguire finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche,
12) è vietata ogni forma di selezione a scopo eugenetico e qualsiasi altro intervento teso ad alterare il patrimonio genetico,
13) vietati interventi di scissione precoce dell'embrione o di ectogenesi,
14) vietata la fecondazione di un gamete umano con uno di specie diversa,
15) vietata la produzione di embrioni a scopo di ricerca.
Infine, anche se saltasse il tetto dei 3 embrioni il "medico è comunque tenuto a non creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario".
A quanto siamo con questo? Ah sì, a 16 divieti, mica male per un Far West.
sabato 11 giugno 2005
Niente Far West se vincono i SI
Il sempre puntuale Daw segnala un articolo di Stefano Ceccanti apparso di recente sul Riformista:
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