Il ritiro delle truppe filippine pare essere stato interpretato dai terroristi, com'era facilmente prevedibile, come la conferma dell'efficacia della strategia dei rapimenti e delle decapitazioni: è di oggi infatti la notizia del rapimento di altri sei lavoratori stranieri in Irak.
Si tratta di tre indiani, due keniani e un egiziano impiegati di un'azienda kuwaitiana in Iraq come conducenti. In un video trasmesso dall'emittente satellitare Al Arabiya i sequestratori minacciano di uccidere i prigionieri se la ditta non ritirerà il suo personale dall'Iraq entro 72 ore a partire dalle 20 di questa sera (ora locale). A sorpresa i sequestratori hanno chiesto anche il ritiro "delle loro truppe", anche se nessuno dei Paesi cui appartengono i rapiti (Egitto, Kenya e India) ha contingenti militari in Iraq. I rapitori hanno minacciato di decapitare un ostaggio ogni tre giorni se le loro richieste non verranno soddisfatte.Risultano quindi quanto mai giustificate le critiche rivolte dagli Stati Uniti (e non solo da loro) al governo delle Filippine: cedere al ricatto dei terroristi ha sì salvato, momentaneamente, una vita, ma ora ne sta mettendo in pericolo altre sei, e chissà quante altre ancora in futuro: ecco cosa succede quando si imbocca la strada del cedimento e dell'appeasement.
(fonte: Corriere della Sera)
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