"Meglio in cella che liberato da Berlusconi".
No, non sono in stato di ebbrezza alcoolica, e non ho neanche sniffato cocaina scambiandola per zafferano :-)
La frase in grassetto è il succo del Vattimo-pensiero sulla grazia a Sofri, pubblicato su L'Unità.
A sinistra, però, non tutti gradiscono - e ci mancherebbe - e Gianni Sofri, fratello di Adriano, commenta:
"Che uno dei tanti aspiranti maitres-à-penser della nostra epoca si rivolga, dal suo salotto torinese, a una persona che vive da sei anni in una piccola cella e gli chieda di rifiutare (quand'anche qualcuno glielo proponesse) di tornare libero; che anzi, più che chiederglielo, glielo ordini (''ne hai quasi un imperativo dovere'', sic!): tutto questo mi sembra un segnale assai grave che non solo la più elementare umanità, ma anche il rigore e il nitore del ragionamento siano ormai fortemente a rischio anche laddove uno non se l'aspetterebbe".
Appunto...
Sul Corriere della Sera Francesco Merlo dice la sua sull'argomento.
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