sabato 11 settembre 2010

Io ricordo

Oggi è il nono anniversario del 9/11, gli attentati alle Twin Towers e al Pentagono. Nove anni, e sembra ieri.

Ricordo benissimo dov'ero e cosa stavo facendo, proprio come gli americani della precedente generazione ricordano dov'erano e cosa stavano facendo quando i media diffusero la notizia dell'assassinio di JFK.

Non credo che dimenticherò mai quel giorno, come non dimenticherò mai chi ha festeggiato quel massacro: ad esempio, i palestinesi.

Le immagini sono "stranamente" sparite quasi subito dai circuiti internazionali e non sono più state trasmesse, ma io le ho viste, quel giorno. Ho visto i palestinesi scendere in strada esultando e ringraziando allah, e i titolari dei bar regalare dolcetti ai passanti per festeggiare il lieto evento rappresentato dal massacro di migliaia di persone inermi.

No, io non dimentico.

venerdì 10 settembre 2010

Il mondo alla rovescia

Questa storia del pastore evangelico della Florida che l'11/09 intende bruciare una copia del Corano è veramente assurda.

Tutto il mondo si è affrettato a condannare il gesto perché potrebbe scatenare degli attentati e delle violenze di piazza da parte degli integralisti islamici: tutto il mondo "libero" (?) terrorizzato all'idea che un curato di campagna american style bruci un libro che solo alcuni considerano un testo sacro: per gli altri è solo un libro, dai contenuti pregevoli o disdicevoli quanto si vuole, ma solo un libro, come la Bibbia o i testi di Ron Hubbard e della sua Scientology.

Insomma, se gli integralisti islamici uccidono, poverini, non è a causa del loro fanatismo, che li porta ad aggrapparsi a qualsiasi pretesto per "giustificare" la loro bestiale sete di sangue "infedele": la colpa è di un oscuro e fino a ieri sconosciuto imbecille che ha deciso di fare un gesto violento sul piano simbolico ma comunque simbolico, e che nessuna persona normale potrebbe prendere a pretesto per uccidere degli esseri umani. 

Ogni anno nel mondo migliaia di cristiani vengono uccisi in quanto cristiani e quindi "infedeli", e quasi sempre a ucciderli sono degli estremisti islamici; non si contano le profanazioni di chiese, le Bibbie bruciate o strappate; la prima cosa che hanno fatto i bravi musulmani palestinesi appena gli israeliani si sono ritirati da Gaza è stata bruciare le sinagoghe, una cosa che finora avevano fatto solo i nazisti nel secolo scorso: avete visto masse di cristiani, protestanti o cattolici, dare la caccia ai musulmani casa per casa per linciarli, organizzare delle stragi sui mezzi pubblici del Cairo o di Teheran, assaltare le ambasciate dei Paesi islamici, bruciare pubblicamente le bandiere di questi Paesi come non perdono occasione di fare gli alfieri della "Religione di Pace e di Tolleranza" con le bandiere dei Paesi "crociati"?

Se i cristiani e gli ebrei dovessero reagire come promettono di fare - e hanno già fatto in passato più volte - gli integralisti islamici, i musulmani sarebbero quotidianamente vittime di attacchi armati, attentati kamikaze e linciaggi in tutto il mondo, e l'intero pianeta sarebbe perennemente in fiamme - ma, guarda caso, non lo fanno: loro non lo fanno.

Evidentemente quindi il problema non è un singolo pastore evangelico che intende bruciare una singola copia del Corano: il vero problema sono i fanatici musulmani, che prendono a pretesto qualunque cosa per agire contro chi non si converte alla loro religione portando morte e distruzione fra gli "infedeli". 

Una cosa è certa, infatti: se anche il pastore evangelico dovesse rinunciare a bruciare un libro - cosa peraltro non proibita dalle leggi: e ci mancherebbe, anche - questo non significherà la fine del terrorismo islamico e l'abbandono degli atteggiamenti arroganti, violenti, intolleranti e intimidatori da parte degli integralisti musulmani: in realtà non hanno neanche bisogno di pretesti, perché per loro gli infedeli possono fare solo due cose, o convertirsi o morire.

Questo è il punto: il fatto che basti un pretesto come un libro dato alle fiamme per scatenare una caccia all'infedele a livello mondiale, non la stupida e futile iniziativa di un pretucolo di campagna. 

giovedì 9 settembre 2010

Il (di)Partito Democratico

A parte le considerazioni generali sul pericolo per la democrazia rappresentato dallo squadrismo di sinistra, fa davvero impressione vedere lo stato in cui versa il (di)Partito Democratico: un morto che cammina, un partito letteralmente allo sbando, incapace ormai persino di garantire il regolare svolgimento di un normalissimo dibattito in casa propria, incapace di impedire che i propri ospiti, dai sindacalisti alla alte cariche dello Stato, subiscano aggressioni squadriste nell'ambito della "Festa" nazionale del partito - una situazione unica in Europa, anzi in tutto il mondo civile.

Avanti così

Dopo la gazzarra intimidatoria contro il Presidente del Senato Schifani, ieri alla Festa del PD a Torino aggressione squadrista contro Bonanni della CISL da parte della sinistra fasciocomunista.

Avanti così, dalla guerra civile strisciante degli ultimi anni verso la guerra civile vera, guerreggiata, e l'inevitabile contraccolpo autoritario: questa feccia sta concretamente mettendo a rischio quella libertà e quella democrazia di cui si riempie quotidianamente la bocca, ma che in realtà non conosce, non capisce e disprezza visceralmente. 

venerdì 3 settembre 2010

L'onestà intellettuale, questa sconosciuta

Così Rosi Bindi, riportata dall'ANSA:
'Se Berlusconi e Lega dovessero portare il Paese alle terze elezioni in 6 anni, proporremo al Fli un'alleanza per la democrazia', dice Bindi.
Insomma, secondo la Bindi sono PdL e Lega quelli che dovrebbero portare il Paese "alle terze elezioni in sei anni": guarda caso, le cose non stanno così.

Nel 2006 sono state semmai la Costituzione e la fine fisiologica della legislatura iniziata nel 2001 a "portare alle elezioni": che vuole la Bindi da Pdl e Lega? Accusa forse questi partiti di avere rispettato la Costituzione?

Nel 2008 è stata la pagliaccesca armata Brancaleone (dagli ex-DC ai comunisti filo-cubani) guidata da Prodi e di cui faceva parte anche la Bindi a collassare e a costringere il Paese a tornare alle urne: che vuole la Bindi da PdL e Lega? Accusa forse questi partiti di non essere corsi in soccorso della sua maggioranza di (s)governo, della sua cricca di incapaci?

Oggi non sarebbero, eventualmente, PdL e Lega a "portare" il Paese alle elezioni, ma il tradimento degli elettori e del programma di governo consumato dall'ex-fascista (e futuro alleato, sembra, dell'ex-democristiana Bindi e dell'ex - o "post" - comunista Bersani) Fini: ancora una volta, di che parla la Bindi?

Possibile che non riesca ad aprire bocca senza vomitare tutte le volte bestialità e vere e proprie menzogne propagandistiche? Davvero qualcuno in Italia sarebbe disposto a comprare un'auto usata da una persona simile, o ad affidarle in cabina elettorale il destino del Paese?

Ancora una volta la Bindi si conferma non solo più bella che intelligente, ma anche più intelligente che intellettualmente onesta.

venerdì 27 agosto 2010

Superato (di nuovo) il limite della decenza

“Quando ci sono delle espulsioni, ci sono delle sofferenze - osserva mons. Marchetto parlando dei rimpatri di comunità rom decisi dal governo francese -, e io non posso certo rallegrarmi delle sofferenze di queste persone, in particolare quando si tratta di persone deboli e povere che sono perseguitate, che sono vittime anch’esse di un ‘olocausto’ e vivono sempre fuggendo da chi dà loro la caccia”.

Per questi pagliacci 700 immigrati illegali/indesiderabili espulsi dal kattivo Sarkozy sono “un olocausto”, 400.000 immigrati (oltre 571 volte tanti) espulsi da San Obama esattamente per gli stessi motivi non fanno notizia, non vale neanche la pena di farvi cenno di sfuggita - ma loro, però, non sono “né di destra né di sinistra”, per carità.
Ipocriti buffoni.

venerdì 6 agosto 2010

Aveva ragione Orwell

Aveva ragione Orwell: tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.

Ad esempio i tori catalani.

La notizia ANSA: "Palio Siena, Brambilla: potremmo farne a meno per animali"

"Se la Catalogna ha rinunciato alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio": é quanto ha riferito il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla nel corso di un incontro con la stampa a Palazzo Chigi. "Il Palio di Siena - ha spiegato il ministro - è la manifestazione di questo tipo più famosa, ma ci sono altre iniziative che prevedono l'uso di cavalli, asini e anche oche che spesso sono crudeli con questi animali e ormai non hanno certamente più senso. E di cui anzi - ha aggiunto - potremmo volentieri farne a meno".

Ora, da sempre gli animalisti italiani sono contrari alle manifestazioni come il Palio per gli stessi motivi: sfruttamento a fini commerciali degli animali, a costo di fargli correre rischi quali l'azzoppamento o la soppressione. Non mi risulta che il sindaco di Siena o altri esponenti della sinistra abbiano mai protestato per questo, o minacciato denunce contro gli animalisti.

In Spagna la Catalogna ha messo al bando da pochi giorni le corride: plauso fra animalisti e progressisti italiani in generale.

Ecco invece la reazione di uno dei suddetti "progressisti" (?) alle parole della Brambilla:

"Chi segue il turismo si dovrebbe preoccupare di conoscere il Palio e di capire quanto questa manifestazione sia davvero veicolo di promozione del nostro paese. E' davvero incredibile che invece un ministro italiano rilasci dichiarazioni come questa, del tutto priva di fondamenti, mai era accaduto in precedenza. Questa sì che è una vergogna per il nostro paese e un attacco a tutta nostra città". Lo ha detto, in una nota, il sindaco di Siena Maurizio Cenni (PD) commentando quanto dichiarato dal ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla. "Il Comune di Siena - aggiunge Cenni - adirà alle vie legali se risulteranno confermate le affermazioni del ministro Brambilla relative al maltrattamento e sfruttamento degli animali collegate al Palio di Siena. Inoltre, il Palio è di tutta la città, la politica ha un altro ruolo. In questo senso mi aspetto che le forze politiche senesi che si riconoscono nell'attuale governo prendano distanza e che si indignino per le dichiarazioni del ministro". 
E' ufficiale, quindi: i tori catalani sono più uguali dei cavalli o degli asini (parlo di quelli a quattro zampe) italiani.

Insomma: per l'Asinistra di casa nostra se in Spagna la "democratica e progressista Catalunya" vieta le corride è un segno di civiltà, se in Italia un ministro del "Reggime Fascista di Abberlusconi" osa pensare a qualcosa di simile "deve vergognarsi", e il Comune di Siena minaccia subito "le vie legali".

Ah, la passione tutta fascio-comunista e totalitaria della sinistra italiana per le manette e i tribunali;
ah, l'ipocrisia e il doppiopesismo di chi si aggrappa a qualunque pretesto per demonizzare il nemico...