La parte che mi ha colpito di più è questa:
"il problema non è su Veltroni che deve continuare il suo mandato e nessuno deve insinuarlo ma la necessità di affrontare i nodi reali a cominciare dalla discussione su quale partito costruire, quali regole, come governare i conflitti in periferia".
Insomma, è dai tempi dell'Ulivo Mondiale (ricordate? Prodi, Clinton, Blair) che a sinistra si discute del nuovo partito - sul "che fare" e sul "come fare" - e adesso, dopo oltre dodici anni di gestazione e a quasi un anno di distanza dalla nascita del PD, sono ancora lì a farsi le stesse domande?
E' vero che la fretta è una cattiva consigliera, ma qui si esagera.
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