Rilancio l'appello pubblicato sul blog di Fausto Carioti contro il boicottaggio di Israele alla Fiera del libro di Torino.
Per sottoscrivere l'appello inviare una e-mail ad alessandro.gnocchi@libero-news.eu con oggetto "Appello contro il boicottaggio culturale ai danni di Israele".
Questo il testo:
Da qualche settimana è in atto una campagna di boicottaggio della prossima Fiera del Libro di Torino (8-12 maggio 2008). La presenza dello Stato d’Israele come ospite d’onore, in occasione dei sessant’anni dalla sua fondazione, è stata strumentalmente interpretata come uno schiaffo alla causa palestinese. Parte degli scrittori arabi intende declinare l’invito degli organizzatori, per evitare il confronto coi colleghi israeliani. La protesta è stata subito supportata da associazioni italiane da sempre schierate contro.
Esprimiamo solidarietà agli scrittori israeliani, e siamo spiacevolmente sorpresi dagli scrittori arabi incapaci di capire che la cultura è innanzi tutto confronto, anche duro, di opinioni contrastanti. Li invitiamo a venire a Torino, a non sottrarsi alla parola, a non diventare, proprio nel loro compito di “intellettuali”, triste esempio d’intolleranza e settarismo, e ricordarsi che nei loro stessi Paesi, dove purtroppo la libertà è spesso ancora un’utopia, ci sono scrittori colpiti da censure e condanne a morte proprio per la loro parola, i quali hanno avuto (come nel caso di Salman Rushdie, Ibn Warraq, Talisma Nasreen, Maryam Namazie e molti altri) il nostro appoggio, la nostra condivisione, la nostra difesa anche materiale.
Sottrarsi è una scelta perdente e vile, e non offende solo Israele, offende noi tutti e i nostri valori: la libertà del confronto è il fondamento della democrazia in cui crediamo, contro le feroci ideologie che sono alla base degli orrori totalitari del XX secolo, che hanno segnato nel profondo l’Europa e il mondo, che continuano a diffondersi in Medio-Oriente, e contro le quali lo Stato d’Israele, con la sua tragica storia e con la sua democrazia, continua a essere il baluardo e il simbolo più vivo.
P.S.: Colgo l'occasione per ricordarvi che oggi esce in edicola Panorama con allegati gli ultimi due DVD del film "Shoah": comprateli, e se non li avete già acquistati richiedete in arretrato i primi due DVD usciti la scorsa settimana sempre con Panorama.
Potrei farvi un lungo discorso sul perché guardare un film-documentario (il primo che dice "alla Michael Moore" lo scuoio vivo) della durata complessiva di quattordici ore, ma preferisco riportare una dichiarazione di Moni Ovadia: "Dopo aver visto 'Shoah' non sono stato più lo stesso uomo, mai più". Guardatelo.
Sono orgogliosamente al fianco dei Palestinesi e a favore del boicottaggio delle presenza di Israele.
RispondiEliminaAncbe altri popoli hanno sofferto come loro, ma non ci hanno costruito sopra una religione vera e propria.
La Shoah è troppo celebrata, è diventata una cosa vuota, come i subprime.
Che palle questi israleliani !
RispondiEliminaPatetici come i nostri vecchi partigiani, che vincevano la guerra da soli senza gli americani.
è proprio vero: la madre dei cretini nazicomunisti (e orgogliosi di esserlo) è sempre incinta
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