Significativo, al riguardo, quanto scrive il quotidiano El Mundo:"Los españoles castigan al PP y dan el poder al PSOEIl terrorismo come continuazione della politica con altri mezzi? Colpire i Paesi alleati degli USA così da far salire al governo persone e partiti più disposti, almeno tendenzialmente, a una politica (suicida) di appeasement col nemico islamo-fascista? Divide et impera, insomma?
El PSOE ha ganado las elecciones generales. Con el 97,94% escrutado, el PSOE logra 163 diputados y el PP baja a 148. La influencia de los atentados del 11-M parece clave en el vuelco electoral, ya que los socialistas consiguen una victoria que no auguraba ninguna encuesta publicada la semana pasada.
(...)
Los efectos de los atentados del 11-M parecen haber sido decisivos en el vuelco electoral que experimenta el panorama político."
Naturalmente all'epoca i soliti blogger collaborazionisti e gli utili idoti antropologicamente superiori smentirono indignati che potesse esserci un qualunque collegamento fra la mattanza di Madrid e la vittoria di Zapatero, nonostante fossero già abbondantemente disponibili informazioni precise, conferme autorevoli, di prima mano:
(...)
Il documento di Al Qaeda di 42 pagine è stato redatto e diffuso alla fine del 2003. Ma soltanto ora viene riscoperto per la sua impressionante previsione della strage di Madrid e del risultato delle elezioni. "Per costringere il governo spagnolo a ritirarsi dall'Iraq, la resistenza deve infliggere dei pesanti colpi alle sue forze. Seguiti da una campagna propagandistica per illustrare la realtà della situazione in Iraq. Dobbiamo sfruttare al massimo la scadenza elettorale. Noi riteniamo che il governo spagnolo non sopporterà che due o tre attacchi al massimo prima di essere costretto a ritirarsi sotto la pressione popolare. Se non lo dovesse fare, la vittoria del partito socialista sarà pressoché certa e il ritiro dall'Iraq sarà una delle sue priorità".
(...)
Ora, con il solito ritardo, qualcuno a sinistra comincia ad ammettere apertamente quello che era apparso ovvio fin da subito:
Oggi a Madrid il ricordo degli attentati islamici che aprirono la via al ritiro delle truppe dall'Iraq e alle riforme di Zapatero. Ed è difficile negare che la direzione e gli effetti del cambio spagnolo siano di un segno straordinariamente positivo per la Spagna e per l'Europa, se proprio non si vuole scomodare il mondo.In ritardo, come al solito, ma alla fine l'hanno ammesso.
Inutile negare - come per un pò hanno fatto senza troppa convinzione gli stessi socialisti spagnoli - che senza i 192 morti di Madrid l'11, Zapatero non avrebbe vinto il 14.
Ma un anno dopo Zapatero ha mostrato che, volendo, si può.
Maurizio Matteuzzi, il manifesto - 11 marzo 2005
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