lunedì 15 settembre 2008
giovedì 11 settembre 2008
sabato 6 settembre 2008
Bye bye, Valtere
Trascrivo qui alcuni tweet di una supporter (e meno male) del centro-sinistra pubblicati poco fa su Twitter:
- Ascolta valtere a Firenze per colpa di un'amica che la istiga. Ma era meglio che non ascoltava.- abbiamo avuto poca fiducia in noi stessi. voi l'avreste mai detto?- lui non vuole aprire discussioni. (strano) e pensare un po' a noi stessi. avere fiducia in noi stessi.- ora siamo ai ghiacciai. se ne sentiva il bisogno.- ah. ci comunica che oggi è stato al matrimonio di jovanotti.- il partito democratico sarà un grande partito ecologista. eravamo in pensiero.- si conclude con "viva la vida" (loca).
Bè, che dire? Gran trascinatore di folle, grande leader Valtere - mai letto un epitaffio così, prima d'ora.
sabato 30 agosto 2008
martedì 12 agosto 2008
Con che fa rima republicone?
Nelle ultime ore i republicones, quelli che leggono e venerano Repubblica come fosse la Bibbia (affiancandola a volte coi Vangeli della sinistra moralmente e antropologicamente superiore, in primis Unità e Manifesto) e si bevono tranquillamente qualunque cazzata pubblichi, anche la più palesemente inverosimile, sono in preda a vivissima soddisfazione.
Il loro giornaletto di riferimento, infatti, sta spiegando loro che fra l'intervento russo in Georgia e quello americano e occidentale in Irak non c'è nessuna differenza, che i neocon stanno (finalmente!) assaggiando la loro stessa medicina e che quindi chi di esportazione della democrazia ferisce...
Insomma, il fatto che sia in corso una guerra con morti e feriti (al 90 per cento civili) è tutto sommato secondario (infatti nessun pacifinto stavolta è sceso in piazza a protestare, avete notato?): quello che conta, quello per cui vale la pena di stappare lo champagne, è che la Storia si sta prendendo una rivincita sugli odiati neo-con.
Vorrei perdere qui un paio di minuti (sì, so già che è tempo sprecato) per buttare giù alcune osservazioni a beneficio di questi republicones -anzi: republico(jo)nes - e per accennare ai motivi per cui quella odierna non è "esportazione della democrazia".
Innanzitutto, non si può esportare ciò che non si ha: la Russia non è una democrazia, è piuttosto una sorta di repubblica camorrista in salsa slava dove gli imprenditori sgraditi al regime finiscono in carcere, i giornalisti scomodi muoiono a decine per indigestione di piombo e i partiti politici non amici hanno grossi problemi di agibilità democratica.
La Russia quindi può esportare la democrazia nel mondo tanto quanto gli USA possono esportare in Italia l'autentica mozzarella di bufala campana.
In secondo luogo gli USA e gli altri Paesi della coalizione Occidentale hanno invaso un "Paese canaglia", una dittatura che massacrava le minoranze etniche e incarcerava e torturava i propri cittadini all'interno e finanziava e appoggiava il terrorismo islamico all'estero: la Russia, contro il parere di tutta la comunità internazionale (parere sacro, secondo Repubblica, ai tempi dell'Irak: oggi non più) ha invaso un Paese avviato, sia pure ancora troppo timidamente, sulla strada della democrazia, e impegnato a fronteggiare contemporaneamente due tentativi di secessione armata, tentativi apertamente sostenuti e incoraggiati proprio dai russi.
La Russia pretende di essere intervenuta in Georgia per sostenere il diritto di osseti e abkhazi all'autodeterminazione: perchè non sostiene allo stesso modo questo diritto in casa propria, acconsentendo alle rivendicazioni dei ceceni invece di procedere sistematicamente al loro sterminio?
E come mai gli occidentali avevano invaso l'Irak "solo per il petrolio" mentre ora invece i russi "naturalmente" (sic) invadono la Georgia solo per portare il loro "aiuto fraterno" - non sia mai per assicurarsi il controllo totale di tutte le reti di trasporto in Europa di petrolio e gas naturale?
Insomma: ancora una volta Repubblica e i republico(jo)nes prendono (volutamente) lucciole per lanterne pur di sfogare il proprio rancore anti-americano e anti-occidentale: complimenti, continuate così, la vostra superiorità antropologica non si smentisce mai.
Il loro giornaletto di riferimento, infatti, sta spiegando loro che fra l'intervento russo in Georgia e quello americano e occidentale in Irak non c'è nessuna differenza, che i neocon stanno (finalmente!) assaggiando la loro stessa medicina e che quindi chi di esportazione della democrazia ferisce...
Insomma, il fatto che sia in corso una guerra con morti e feriti (al 90 per cento civili) è tutto sommato secondario (infatti nessun pacifinto stavolta è sceso in piazza a protestare, avete notato?): quello che conta, quello per cui vale la pena di stappare lo champagne, è che la Storia si sta prendendo una rivincita sugli odiati neo-con.
Vorrei perdere qui un paio di minuti (sì, so già che è tempo sprecato) per buttare giù alcune osservazioni a beneficio di questi republicones -anzi: republico(jo)nes - e per accennare ai motivi per cui quella odierna non è "esportazione della democrazia".
Innanzitutto, non si può esportare ciò che non si ha: la Russia non è una democrazia, è piuttosto una sorta di repubblica camorrista in salsa slava dove gli imprenditori sgraditi al regime finiscono in carcere, i giornalisti scomodi muoiono a decine per indigestione di piombo e i partiti politici non amici hanno grossi problemi di agibilità democratica.
La Russia quindi può esportare la democrazia nel mondo tanto quanto gli USA possono esportare in Italia l'autentica mozzarella di bufala campana.
In secondo luogo gli USA e gli altri Paesi della coalizione Occidentale hanno invaso un "Paese canaglia", una dittatura che massacrava le minoranze etniche e incarcerava e torturava i propri cittadini all'interno e finanziava e appoggiava il terrorismo islamico all'estero: la Russia, contro il parere di tutta la comunità internazionale (parere sacro, secondo Repubblica, ai tempi dell'Irak: oggi non più) ha invaso un Paese avviato, sia pure ancora troppo timidamente, sulla strada della democrazia, e impegnato a fronteggiare contemporaneamente due tentativi di secessione armata, tentativi apertamente sostenuti e incoraggiati proprio dai russi.
La Russia pretende di essere intervenuta in Georgia per sostenere il diritto di osseti e abkhazi all'autodeterminazione: perchè non sostiene allo stesso modo questo diritto in casa propria, acconsentendo alle rivendicazioni dei ceceni invece di procedere sistematicamente al loro sterminio?
E come mai gli occidentali avevano invaso l'Irak "solo per il petrolio" mentre ora invece i russi "naturalmente" (sic) invadono la Georgia solo per portare il loro "aiuto fraterno" - non sia mai per assicurarsi il controllo totale di tutte le reti di trasporto in Europa di petrolio e gas naturale?
Insomma: ancora una volta Repubblica e i republico(jo)nes prendono (volutamente) lucciole per lanterne pur di sfogare il proprio rancore anti-americano e anti-occidentale: complimenti, continuate così, la vostra superiorità antropologica non si smentisce mai.
mercoledì 23 luglio 2008
Gira e rigira, è la stessa cosa
Le ultime da Bologna:
Il punto non è questo, ma ben altro. Vorrei far notare che questa pretesa "laica" e "salutista" di proibire agli individui di disporre del proprio corpo fa il paio con la pretesa cattolica di proibire agli individui di disporre della propria vita, decidendo se e quando non è più degna di essere vissuta (vedi il caso di Eluana Englaro o del trevigiano Paolo Ravasin, che ha recentemente pubblicato il suo testamento biologico in video).
In entrambi i casi qualcuno pretende di stabilire l'esistenza di un "ente superiore" (Dio o "l'interesse della collettività") che è il vero proprietario del corpo e della vita delle persone, e che ha diritto di ultima parola indipendentemente dalla volontà dell'individuo che "abita" (solo in usufrutto, a quanto pare: non da legittimo proprietario) quel corpo.
Proprio per questo l'iniziativa del Comune di Bologna va contestata con la stessa fermezza con cui vanno contestati i tentativi della Chiesa cattolica di imporre la propria visione delle cose a tutti, cattolici e no.
Nella città del sindaco Sergio Cofferati, dopo l'ordinanza che vieta la vendita di bevande alcoliche da asporto oltre le 22 e quella anti-bivacco - "incubo" degli universitari che la sera affollano il centro storico - anche il piercing sulle parti più intime diventa un tabù. Non solo per i minorenni, ma per tutti.Personalmente detesto i piercing, in qualunque parte del corpo, ma questo è un mio problema :-)
La giunta comunale ha varato il nuovo regolamento per le attività di estetista, acconciatore, tatuaggi e, appunto, piercing. Domani, salvo sorprese, il provvedimento sarà approvato. In riferimento ai piercing, si legge nel testo, "i minorenni avranno bisogno del consenso informato dei genitori" (escluso il solo piercing all'orecchio dopo i 14 anni). Divieto assoluto invece, a qualsiasi età, "su parti anatomiche la cui funzionalità potrebbe essere compromessa da tali trattamenti o in parti la cui cicatrizzazione sia particolarmente difficoltosa".
(...)
La giunta, per bocca dell'assessore alla Sanità Giuseppe Paruolo ribadisce le linee guida del regolamento: "Tatuaggi e piercing si possono fare, ma devono essere effettuati in un contesto sanitario controllato e sono esclusi alcuni tipi di piercing particolarmente problematici dal punto di vista sanitario". Ricordando, infine, che c'è "una scuola di pensiero" secondo la quale chi incappa in problemi sanitari per aver eseguito pratiche sui cui rischi è stato ben informato, poi non dovrebbe pesare sul sistema sanitario pubblico.
Il punto non è questo, ma ben altro. Vorrei far notare che questa pretesa "laica" e "salutista" di proibire agli individui di disporre del proprio corpo fa il paio con la pretesa cattolica di proibire agli individui di disporre della propria vita, decidendo se e quando non è più degna di essere vissuta (vedi il caso di Eluana Englaro o del trevigiano Paolo Ravasin, che ha recentemente pubblicato il suo testamento biologico in video).
In entrambi i casi qualcuno pretende di stabilire l'esistenza di un "ente superiore" (Dio o "l'interesse della collettività") che è il vero proprietario del corpo e della vita delle persone, e che ha diritto di ultima parola indipendentemente dalla volontà dell'individuo che "abita" (solo in usufrutto, a quanto pare: non da legittimo proprietario) quel corpo.
Proprio per questo l'iniziativa del Comune di Bologna va contestata con la stessa fermezza con cui vanno contestati i tentativi della Chiesa cattolica di imporre la propria visione delle cose a tutti, cattolici e no.
venerdì 18 luglio 2008
Parola di Papa
Il Papa in Australia: "no ai falsi dei" - okay, che aspetta a trovarsi un lavoro onesto, allora?
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