martedì 28 settembre 2010

Anch'io Sturmo & Drango

I soliti farlocchi del giro dei Macchianera Awards stanno pensando, a quanto si mormora, di "far pagare" a Uriel e agli altri blogger che hanno aderito al manifesto dello Sturmo & Drango l'iniziativa goliardica del "Nerchianera Award": quale motivo migliore per aderire al manifesto, a questo punto?
Si sa: molti nemici, molto onore - se poi i "nemici" sono una manica di fessi, meglio ancora: mi piace vincere facile.
Se anche tu, o lettore, vuoi aderire al manifesto "Sturmo & Drango", leggi qui e segui le istruzioni, da bravo.

lunedì 20 settembre 2010

Ripristinare la legalità

C'è un cialtrone di sindaco, in provincia di Brescia, che ha tappezzato il nuovo plesso scolastico del suo paese di simboli del "Sole delle Alpi", il simbolo della Lega Nord di cui è militante.

Alle prime rimostranze si è mostrato innocente come l'agnello pasquale e ha replicato che quello "non è un simbolo di partito ma un simbolo della tradizione, radicato da secoli nel territorio" e quindi non pensava di fare niente di male quando ne ho fatto mettere settecento (SETTECENTO) copie sui banchi, sui posacenere, sugli zerbini e all'ingresso del complesso scolastico sobriamente intitolato a Gianfranco Miglio.

Sarà ma, da lombardo, ho girato in lungo e in largo la mia regione, e non ricordo di avere mai visto il simbolo del sole delle Alpi (che fra l'altro a me, curiosamente, fa sempre venire in mente l'immagine di due foglie di marijuana disposte specularmente) prima dell'avvento della Lega. Ma forse ero distratto, chissà.

Dopo un certo, poco comprensibile, ritardo, il ministro Gelmini ha invitato il sindaco leghista a rimuovere i simboli di partito, e il nostro eroe celtico a questo punto ha risposto a muso duro che toglierà i simboli leghisti "solo se glielo chiederà Bossi".

Ora, a parte il fatto che prima questo genio ha cercato di spacciare la doppia foglia di ganja per un simbolo della tradizione, e quindi apolitico, e ora invece lo identifica come un simbolo leghista che solo il Grande Capo può ordinare di rimuovere dal sacro suolo padano, resta un "piccolo" particolare: l'esposizione di simboli di partito (o anche solo di parte) sugli edifici pubblici è espressamente proibita dalla legge.

La ratio è quella di tutelare la funzione degli edifici pubblici come strutture appartenenti alla (e rappresentanti la) comunità nel suo insieme, e non una sua parte - anche se questa parte rappresentasse per ipotesi il novantanove virgola novantanove per cento del totale dei cittadini.

Esempio classico è quello delle bandiere "della pace", quelle arcobaleno: anche quelle violavano la legge, e non importa se i pacifisti all'epoca sostenevano che "la maggioranza" dei cittadini era per la pace, si trattava comunque di un simbolo che rappresentava una parte e non il tutto, quindi illegale, quindi da rimuovere.

Di conseguenza, non ci sono dubbi: il sindaco di Adro è un cialtrone, e sta violando la legge - e Bossi non ha nessuna, proprio nessunissima voce in capitolo nella vicenda: l'unica voce da ascoltare e rispettare è quella della legge italiana, che per ora è in vigore anche sul sacro suolo padano, piaccia o non piaccia a chi, da Sindaco, dovrebbe rappresentare guarda caso proprio lo Stato italiano, e non le truppe leghiste o legaiole che dir si voglia.

sabato 18 settembre 2010

La solita ambiguità

Bossi ieri se n'è uscito con una boutade che sa "vagamente" di campagna elettorale preventiva: dopo l'approvazione del provvedimento su Roma Capitale ha proposto l'istituzione di una Capitale del Nord.

Ora, questo contraddice lo spirito stesso del federalismo: in tutti gli Stati federali la capitale è una e una sola, proprio a simboleggiare l'unità della Nazione e per contrastare eventuali spinte centrifughe.

Chiedere una Capitale del Nord (e domani magari anche una del Sud, per par condicio) non è federalismo, è strizzare furbescamente l'occhiolino alla parte dell'elettorato leghista che immagina il federalismo "all'italiana" come un passaggio intermedio verso la secessione della Padania.

sabato 11 settembre 2010

Io ricordo

Oggi è il nono anniversario del 9/11, gli attentati alle Twin Towers e al Pentagono. Nove anni, e sembra ieri.

Ricordo benissimo dov'ero e cosa stavo facendo, proprio come gli americani della precedente generazione ricordano dov'erano e cosa stavano facendo quando i media diffusero la notizia dell'assassinio di JFK.

Non credo che dimenticherò mai quel giorno, come non dimenticherò mai chi ha festeggiato quel massacro: ad esempio, i palestinesi.

Le immagini sono "stranamente" sparite quasi subito dai circuiti internazionali e non sono più state trasmesse, ma io le ho viste, quel giorno. Ho visto i palestinesi scendere in strada esultando e ringraziando allah, e i titolari dei bar regalare dolcetti ai passanti per festeggiare il lieto evento rappresentato dal massacro di migliaia di persone inermi.

No, io non dimentico.

venerdì 10 settembre 2010

Il mondo alla rovescia

Questa storia del pastore evangelico della Florida che l'11/09 intende bruciare una copia del Corano è veramente assurda.

Tutto il mondo si è affrettato a condannare il gesto perché potrebbe scatenare degli attentati e delle violenze di piazza da parte degli integralisti islamici: tutto il mondo "libero" (?) terrorizzato all'idea che un curato di campagna american style bruci un libro che solo alcuni considerano un testo sacro: per gli altri è solo un libro, dai contenuti pregevoli o disdicevoli quanto si vuole, ma solo un libro, come la Bibbia o i testi di Ron Hubbard e della sua Scientology.

Insomma, se gli integralisti islamici uccidono, poverini, non è a causa del loro fanatismo, che li porta ad aggrapparsi a qualsiasi pretesto per "giustificare" la loro bestiale sete di sangue "infedele": la colpa è di un oscuro e fino a ieri sconosciuto imbecille che ha deciso di fare un gesto violento sul piano simbolico ma comunque simbolico, e che nessuna persona normale potrebbe prendere a pretesto per uccidere degli esseri umani. 

Ogni anno nel mondo migliaia di cristiani vengono uccisi in quanto cristiani e quindi "infedeli", e quasi sempre a ucciderli sono degli estremisti islamici; non si contano le profanazioni di chiese, le Bibbie bruciate o strappate; la prima cosa che hanno fatto i bravi musulmani palestinesi appena gli israeliani si sono ritirati da Gaza è stata bruciare le sinagoghe, una cosa che finora avevano fatto solo i nazisti nel secolo scorso: avete visto masse di cristiani, protestanti o cattolici, dare la caccia ai musulmani casa per casa per linciarli, organizzare delle stragi sui mezzi pubblici del Cairo o di Teheran, assaltare le ambasciate dei Paesi islamici, bruciare pubblicamente le bandiere di questi Paesi come non perdono occasione di fare gli alfieri della "Religione di Pace e di Tolleranza" con le bandiere dei Paesi "crociati"?

Se i cristiani e gli ebrei dovessero reagire come promettono di fare - e hanno già fatto in passato più volte - gli integralisti islamici, i musulmani sarebbero quotidianamente vittime di attacchi armati, attentati kamikaze e linciaggi in tutto il mondo, e l'intero pianeta sarebbe perennemente in fiamme - ma, guarda caso, non lo fanno: loro non lo fanno.

Evidentemente quindi il problema non è un singolo pastore evangelico che intende bruciare una singola copia del Corano: il vero problema sono i fanatici musulmani, che prendono a pretesto qualunque cosa per agire contro chi non si converte alla loro religione portando morte e distruzione fra gli "infedeli". 

Una cosa è certa, infatti: se anche il pastore evangelico dovesse rinunciare a bruciare un libro - cosa peraltro non proibita dalle leggi: e ci mancherebbe, anche - questo non significherà la fine del terrorismo islamico e l'abbandono degli atteggiamenti arroganti, violenti, intolleranti e intimidatori da parte degli integralisti musulmani: in realtà non hanno neanche bisogno di pretesti, perché per loro gli infedeli possono fare solo due cose, o convertirsi o morire.

Questo è il punto: il fatto che basti un pretesto come un libro dato alle fiamme per scatenare una caccia all'infedele a livello mondiale, non la stupida e futile iniziativa di un pretucolo di campagna. 

giovedì 9 settembre 2010

Il (di)Partito Democratico

A parte le considerazioni generali sul pericolo per la democrazia rappresentato dallo squadrismo di sinistra, fa davvero impressione vedere lo stato in cui versa il (di)Partito Democratico: un morto che cammina, un partito letteralmente allo sbando, incapace ormai persino di garantire il regolare svolgimento di un normalissimo dibattito in casa propria, incapace di impedire che i propri ospiti, dai sindacalisti alla alte cariche dello Stato, subiscano aggressioni squadriste nell'ambito della "Festa" nazionale del partito - una situazione unica in Europa, anzi in tutto il mondo civile.

Avanti così

Dopo la gazzarra intimidatoria contro il Presidente del Senato Schifani, ieri alla Festa del PD a Torino aggressione squadrista contro Bonanni della CISL da parte della sinistra fasciocomunista.

Avanti così, dalla guerra civile strisciante degli ultimi anni verso la guerra civile vera, guerreggiata, e l'inevitabile contraccolpo autoritario: questa feccia sta concretamente mettendo a rischio quella libertà e quella democrazia di cui si riempie quotidianamente la bocca, ma che in realtà non conosce, non capisce e disprezza visceralmente.